“Il progetto preliminare per il raddoppio della linea ferroviaria Udine – Cervignano è stato presentato da Rfi alla Regione nel giugno del 2017 ma nessuno ha mai informato i sindaci e i cittadini dei Comuni interessati”. Lo rivela il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Strano che i cosiddetti Governi del Fare, sia a livello regionale che a livello nazionale, targati Serracchiani e Renzi/Gentiloni, abbiano tenuto nel cassetto un progetto a detta loro fondamentale. Poi danno la colpa al M5S di bloccare i cantieri”.
“Grazie al Ministero dei Trasporti – rende noto Sergo – sappiamo che il progetto di raddoppio è stato redatto nell’ autunno 2016 e inviato da Rfi nel giugno 2017. Il protocollo d’intesa tra Regione e Rfi fu firmato proprio il 22 novembre 2016 e lì si stabilì che servono 541 milioni di euro per la Udine-Cervignano e per il nodo di Udine. Pochi anni fa la stessa Rfi preventivava “soli” 250 milioni per le stesse opere. Per questo presentammo subito un’interrogazione sul raddoppio anche dei costi. La risposta dell’allora assessore Santoro, giunta solo nel marzo 2017, fu eloquente: ‘Si tratta di quanto indicato dalle strutture tecniche di Rfi’. La Regione non si pose nemmeno il problema di capire a cosa servissero quei soldi. Noi si”.
“Nel progetto – spiega l’esponente pentastellato – viene riportato lo scenario di traffico previsto tra Udine e Cervignano nel 2030 e qui iniziano i problemi. Va innanzitutto evidenziato quello che riteniamo essere un grossolano errore con una previsione di 181 treni merci al giorno sulla tratta che attualmente ne vede passare meno di dieci. Ma anche il successivo scenario presentato parla di 64 treni merci (più 34 passeggeri), una cifra comunque due volte e mezza superiore a quella che oggi viene smistata a Trieste. Il tutto rimane difficile da comprendere considerando che le merci che da Trieste raggiungono Monfalcone possono proseguire per tre linee differenti verso Venezia o Tarvisio, ci si chiede pertanto quanti treni merci si prevede che possano uscire dal Porto giuliano per rendere necessario uno sviluppo simile delle infrastrutture in Friuli Venezia Giulia”.
“Ecco perché abbiamo depositato una mozione rivedere con urgenza il “Piano Regionale delle Infrastrutture di Trasporto, della Mobilità delle Merci e della Logistica” fermo ai dati del 2007 – incalza Sergo -. Il progetto preliminare sull’alta velocità Venezia – Trieste da 7,5 miliardi prevedeva che dallo scalo triestino passassero 178 treni merci al giorno, oltre 7 volte il flusso attuale; sommati ai passeggeri la cifra diventava di 298 treni giornalieri. Ora, con tutto il rispetto per la “Via della seta”, l’attrattività del Porto di Trieste e le capacità logistiche del Fvg da qui al 2050 ci chiediamo se sia possibile un tale incremento dei traffici tanto da veder passare un treno ogni 5 minuti di giorno e di notte”.
“Tutto questo per giustificare la realizzazione di due costose gallerie che passeranno sotto i centri abitati di Sevegliano e di Santa Maria La Longa. Contrariamente a quanto richiesto dal Comune di Bagnaria Arsa, la fermata di Sevegliano non viene ripristinata e in quel Comune saranno comunque necessarie una decina di demolizioni tra edifici e pertinenze. Per le abitazioni che non si abbattono viene prefigurato un potenziale impatto dovuto alle vibrazioni. I cantieri dureranno almeno oltre 8 anni e per movimentare i materiali scavati non basteranno 15 mila tir. Per questi motivi – conclude il consigliere – invitiamo i cittadini e gli amministratori dei comuni di Bagnaria Arsa, Palmanova e Santa Maria La Longa all’incontro organizzato dal Comitato No Tav di Bagnaria che si terrà martedì 23 aprile alle ore 20.30 presso il pub The Orion’s, per fornire tutti i dettagli di un progetto già costato 1 milione e 250 mila euro alla nostra Regione”.