RATIFICA DELLA CONVENZIONE DI STOCCOLMA SUGLI INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI – DICHIARAZIONE E DISCORSO DI ELEONORA FRATTOLIN

“Apprezziamo il voto unanime espresso oggi dal Consiglio regionale finalizzato a chiedere alle Camere e al governo Gentiloni di attivarsi per approvare al più presto le proposte parlamentari che vogliono la ratifica della Convenzione di Stoccolma di maggio 2001 sulle sostanze organiche persistenti. Il nostro auspicio è che anche la giunta regionale, guidata dalla presidente Serracchiani, si faccia promotrice di questa ratifica, affinché non rimanga lettera morta. In fondo il centrosinistra, oltre ad essere in maggioranza in Parlamento, oggi esprime anche il governo nazionale, così come accaduto per molto tempo negli ultimi 16 anni, nel corso dei quali la importante ratifica non è mai arrivata. Basta solo la volontà politica di calendarizzare la ratifica della Convenzione di Stoccolma”.

Di seguito il discorso integrale della consigliera del M5S Eleonora Frattolin:

Grazie Presidente,

la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POPs) è stata adottata nel 2001 al termine di tre anni di negoziati svolti nell’ambito della Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e ha ad oggetto la protezione della salute umana e dell’ambiente da sostanze chimiche che rimangono nell’ambiente per lunghi periodi di tempo, che hanno un’ampia distribuzione spaziale, che si accumulano nei tessuti grassi di essere umani e animali e hanno impatti tossici sulla salute umana e sull’ambiente, in particolare sulle donne e, attraverso di loro, sulle generazioni future.

Per capirsi, stiamo parlando di dodici sostanze messi al bando dalla Convenzione, che sono insetticidi (Aldrin, Clordano, DDT, esaclorobenzene ed altri), prodotti industriali (PCB o policlorodifenili) e sottoprodotti, cioè prodotti secondari non desiderati (diossine e furani policlorurati).

La Convenzione di Stoccolma è ritenuta un documento di portata storica che ha determinato e determinerà risultati di enorme importanza per il controllo di tali sostanze ubiquitarie, per la cooperazione tra gli Stati, e per la protezione dell’ambiente dell’intero pianeta.

Come dicevo prima, la Convenzione è stata approvata nel 2001, è in vigore dal 17 maggio 2004 e ad oggi è stata ratificata da 176 paesi riconosciuti dalle Nazioni Unite, ad eccezione di poco più di una decina di Stati, tra i quali gli Stati Uniti d’America, Malta e l’Italia, che ha firmato il trattato ma non l’ha mai ratificato pur essendosi fatta promotrice, attraverso il Dicastero degli Affari Esteri, della ratifica della Convenzione da parte della Cina.

Bisogna anche ricordare che sono da tempo depositate in Parlamento diverse proposte di legge [n. 2901 presentata alla Presidenza della Camera il 24 febbraio 2015 per la ratifica della Convenzione di Stoccolma; n.3198 presentata in data 13 marzo 2012; n. 1858 presentata in data 27 novembre 2013; n.1403 presentata il 13 marzo 2007; n.2909 in data 21 aprile 2004].

La domanda è: perché è importante ratificare la Convenzione?

Perché le parti aderenti alla convenzione sono tenute a elaborare un piano d’azione nazionale, regionale o subregionale, che si inserisce nel piano d’azione principale per l’attuazione della convenzione, e che deve predisporre la valutazione degli scarichi, dell’efficacia della legislazione vigente e delle politiche in atto per la gestione degli stessi, nonché l’elaborazione di strategie per conseguire gli obiettivi della convenzione. Inoltre gli Stati aderenti devono incoraggiare lo sviluppo di nuove sostanze e di nuove procedure che contribuiscano ad evitare la produzione non intenzionale degli inquinanti organici persistenti.

Cosa si intende quando si parla di produzione non intenzionale di POPs? La stessa Convenzione elenca dettagliatamente le categorie di fonti industriali che presentano un potenziale relativamente elevato di produzione ed emissione nell’ambiente di dette sostanze chimiche:

a) l’incenerimento dei rifiuti, compreso il coincenerimento di rifiuti urbani, pericolosi o sanitari o di fanghi di depurazione;

b) la combustione di rifiuti pericolosi in forni di cemento;

c) la produzione di pasta di cellulosa mediante cloro elementare o sostanze chimiche che generano cloro elementare per lo sbianchimento;

d) i seguenti processi termici nell’industria metallurgica:

i) la produzione secondaria di rame,

ii) gli impianti di sinterizzazione nell’industria del ferro e dell’acciaio,

iii) la produzione secondaria di alluminio,

iv) la produzione secondaria di zinco.

Ancora gli Stati che ratificano sono incoraggiati a collaborare a vari livelli, compreso quello regionale e subregionale, a predisporre il monitoraggio dell’evoluzione della presenza dei POPs, in riferimento all’ambiente e alla salute pubblica e a incoraggiare la ricerca e lo sviluppo.

È inoltre sottolineata l’importanza prioritaria di informare e sensibilizzare il pubblico, i responsabili politici e l’industria chimica sulle disposizioni relative ai POPs e sui rischi che essi comportano, prevedendo a tal fine misure specifiche, come la formazione delle persone interessate al problema.
Riteniamo che l’ulteriore ritardo nella ratifica della Convenzione non trovi giustificazioni normative o finanziare, in quanto le sostanze oggetto della Convenzione sono da tempo bandite o strettamente controllate, mentre altre ancora (in particolare diossine e furani) sono sottoprodotti di attività industriali che dovrebbero essere già oggetto di interventi di contenimento. Purtroppo bisogna rilevare come i campioni per la ricerca di PCDD/F e PCB che vengono effettuati in Italia sulla base del PNR (Piano Nazionale Residui) siano assolutamente risibili di fronte alle esigenze e alle emergenze e come laboratori siano costretti per ragioni finanziarie a limitare grandemente le analisi.

Proprio riguardo a questo aspetto, va evidenziato come la ratifica della Convenzione agevolerebbe l’accesso a fondi internazionali stanziati per la ricerca sui contaminanti persistenti a cui potrebbero attingere anche le due Università regionali, l’ARPA e altri operatori insediati in Regione.

Per concludere, riteniamo che sia assolutamente necessario garantire il diritto alla tutela della salute e dell’ambiente dal rischio chimico e tossicologico indotto da questi potenti inquinanti che continuano a essere rilevati in grandi quantità nella nostra Regione: secondo le stime del catasto delle emissioni Arpa (purtroppo aggiornato solo al 2010) la nostra regione produce 21,5 mg all’anno di diossina, contro gli 1,5 mg/anno prodotti da tutta l’Austria e i 20 mg/anno prodotti dalla Svezia.

Per tutte queste ragioni chiediamo che il Parlamento e il Governo della Repubblica si attivino affinché vengano calendarizzate e approvate al più presto le proposte parlamentari che chiedono la ratifica della Convenzione di Stoccolma del 22-23 maggio 2001.