La “Carta di Udine”, sottoscritta dalla presidente della Regione Debora Serracchiani, rappresenta una vergognosa resa incondizionata alla volontà del governo Renzi di stravolgere la Carta costituzionale. E il convegno “Riforma Costituzionale e Autonomie speciali” che si è tenuto a Udine non è stato altro che un indegno manifesto per il SI al prossimo referendum del 4 dicembre, pagato con risorse pubbliche.
Perplessi fin dall’inizio per le modalità organizzative di questa iniziativa, durante il convegno abbiamo assistito al “trionfo” delle posizioni a favore della “schiforma”, senza che ci fosse alcuna possibilità di contraddittorio. Un modo scandaloso di interpretare il ruolo istituzionale e imparziale che dovrebbe essere sempre garantito da un ente pubblico.
Il prodotto del convegno, inoltre, è stata la cosiddetta “Carta di Udine” che solo grazie alla nostra insistenza, e dopo tre giorni, abbiamo potuto leggere. Una “Carta” che solo alcune regioni a statuto speciale hanno voluto sottoscrivere. Chi non ha firmato ha voluto forse mantenere un briciolo di dignità? Questo documento rappresenta infatti una resa incondizionata al governo centrale. In cambio di una flebile promessa legata alla necessità di disciplinare meglio i procedimenti deliberativi delle commissioni paritetiche, si legge chiaramente che “era ed è necessario portare a completamento e piena approvazione, con la collaborazione dei diversi sistemi istituzionali e con il decisivo apporto dei cittadini, attraverso il voto al referendum confermativo, la recente legge costituzionale per il superamento del bicameralismo paritario e la riforma del Titolo V della Costituzione”.
Ecco, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, presidente – in teoria – di tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, ha già deciso il futuro della nostra regione senza attendere il pronunciamento dei cittadini chiamati ad esprimersi il prossimo 4 dicembre. Dopo il Trattato di Campoformido, quando venne ceduta la Repubblica di Venezia all’Austria, oggi, nel 2016, abbiamo la “Carta di Udine”.
Cara presidente, siamo alla svendita definitiva della nostra Regione?