Relazione di minoranza al ddl n. 17 “Disposizioni urgenti in materia di cultura, sport e solidarietà”.

Signora Presidente, Signori Consiglieri,

ci troviamo di fronte all’ennesimo provvedimento URGENTE presentato al Consiglio. Il significato della parola urgente nel vocabolario della lingua italiana  è “obbligo di immediata attuazione o intervento”, se cerchiamo una definizione di urgente riferito ad un provvedimento amministrativo troviamo che presupposti all’emanazione di un provvedimento urgente devono essere “ casi eccezionali di particolare gravità tanto che tale provvedimento può comportare anche deroghe all’ordinamento giuridico vigente”.

Casi di urgenza per la nostra Regione potrebbero essere l’attuale mancanza di lavoro, una catastrofe naturale, la situazione della Cassa integrazione, la crisi delle imprese…. tutti casi eccezionali e di particolare gravità che giustificherebbero l’emanazione di un provvedimento urgente e che ci avrebbe trovato d’accordo ad uno sforzo comune. E invece oggi il Consiglio è chiamato a discutere sul disegno di legge recante il titolo “Disposizioni urgenti in materia di cultura, sport e solidarietà”. Non siamo contro la cultura, lo sport e tantomeno la solidarietà, ma considerando l’attuale situazione della nostra Regione non riusciamo a trovare nelle materie indicate gravi o eccezionali motivi che possano giustificare un disegno di legge di tale carattere.

Entrando nel merito e andando alla lettura del provvedimento troviamo al capo I le modifiche agli organi dell’Azienda speciale Villa Manin, dove tra le varie modifiche si vuole introdurre la figura del Sovraintendente a cui, dopo un’attenta lettura dell’articolo 3, non verranno date responsabilità alcune ma che, a detta dell’Assessore, percepirà uno stipendio al massimo pari a € 30.000,00.
Non è in effetti dato capire cosa significa “sovraintendere” nel momento in cui esiste un consiglio di amministrazione, un Direttore, e – nel caso potesse interessare – la Giunta con relativo assessore. La conduzione scientifica si avvale invece di un corposo Comitato di Indirizzo; ma siccome il sovrintendente non ha potere alcuno, neppure un eventuale conflitto (di interesse, di personalità, o altro) potrebbe essere sanato dal nostro Nuovo Personaggio. Sembrerebbe quasi che la Giunta abbia trovato con “urgenza” una soluzione al problema di come trovare una collocazione ad un “inconferibile” dribblando la normativa statale.

Procediamo con la lettura del Capo II dove si dispongono le “urgenti” – sempre fra virgolette -, modifiche all’Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia e nello specifico si vanno a modificare alcuni requisiti per il conferimento dell’incarico del direttore dell’Istituto, “urgenti” modifiche senza le quali la nostra Regione avrebbe risentito di gravi e irrimediabili conseguenze.

Molto interessante notare qui che, a fronte di stanziamenti non identificati, di una dotazione di personale non identificata, di un programma di lavoro non identificato, si provveda a nominare un Direttore il quale, per quel che è dato capire dall’elencazione delle sue responsabilità a norma di legge, dovrà avere doni quali l’onniscienza, la competenza artistica, quella manageriale, quella politica. Un mostro di bravura del quale siamo curiosissimi di conoscere il profilo anche per confrontare, subito dopo, le competenze richieste con il curriculum della persona selezionata. Apprendiamo inoltre dalla relazione giuntale che al più presto le responsabilità ed i fondi assegnati al Centro per la catalogazione e il restauro dei beni culturali, verranno assegnati al neonato istituto con tanto di neoincaricato “megadirettore”, il che ci rivela ancora una volta come in Italia basti cambiare nome ad una cosa per ottenere risultati miracolosi.

E infine continuiamo con il Capo III  dove lo stesso titolo reca “Ulteriori norme urgenti in materia di cultura, sport e solidarietà” dove troviamo un insieme eterogeneo di norme volte alla semplificazione delle procedure, alla modifica di termini o modalità di erogazione di contributi ad associazioni e sale cinematografiche sulle quali non intendiamo entrare nel merito di ognuna, ma ci preme dubitare fortemente sul loro carattere di urgenza e che non possiamo che considerare come norme puntuali o ad personam che mentre in passato erano inserite all’interno di diversi provvedimenti in modo impertinente qui ci vengono proposte sotto la veste formale di un unico disegno di legge.

Vogliamo però soffermarci sulle modifiche alla legge approvata appena un mese fa sul patrimonio storico culturale della prima guerra mondiale: stiamo parlando di una norma sulla quale, almeno dal punto di vista strutturale, si era già lavorato nella scorsa legislatura e che è stata discussa a più riprese nella Commissione competente. Le modifiche che vengono qui proposte avrebbero dovuto emergere da tempo, dato che sono conseguenti o a riformulazioni più specifiche sul regime transitorio e sulla selezione dei beneficiari di incentivi, o a riflessioni sull’opportunità dello strumento dell’accordo di programma, oppure all’erogazione di contributi straordinari per iniziative di cui, supponiamo, si conoscessero esistenza e tempistiche già il mese scorso.

Non troviamo inoltre traccia di quella pulizia normativa che si era promessa in merito alle norme del Titolo II della L.R. 11/13, che poco hanno a che fare con il tema della legge in questione.

Sempre nel Capo III troviamo modifiche per salvaguardare contributi già concessi per impianti sportivi e da semplici cittadini manifestiamo tutto il nostro dissenso nel modo di operare di questa Giunta che dispone in maniera generica di contributi senza specificare i soggetti a cui vengono erogati (associazioni sportive, enti locali?), le modalità ed i termini delle erogazioni, ma soprattutto non fa alcun riferimento in base a quale Legge siano stati stanziati. Ci saremmo aspettati quantomeno una tabella esplicativa del perimetro dell’intervento specificando le motivazioni delle difficoltà riscontrate: patto di stabilità, incuria del beneficiario, non rispetto dei termini, etc.

Con questa legge, stiamo, altresì, intervenendo in deroga della deroga. Ci piacerebbe che tutte queste attenzioni venissero rivolte anche a tutti i cittadini di questa Regione ma, se vogliamo, di tutt’Italia che invece vengono ogni giorno vessati da sanzioni, provvedimenti e atti amministrativi che li colpiscono anche duramente, molto spesso per colpa di una burocrazia farraginosa, incapace di risolvere i loro problemi, ma molto capace di crearne di nuovi cui molto spesso viene ricordato “che per un giorno Martin perse la cappa”.

Un discorso a parte merita l’art. 22. Comprendiamo sia le motivazioni che stanno alla base dell’abrogazione del Capo V (e delle norme correlate) della L.R. 23/12 in tema di volontariato, promozione sociale ed associazionismo, sia la ratio che sta alla base della scelta di eliminare il Fondo regionale di anticipazione. Quello che invece non condividiamo è l’aver liquidato la questione (che urgente non è) con delle scelte che avrebbero meritato un approfondimento maggiore in Commissione, con il coinvolgimento dei portatori di interesse, in questo caso le associazioni. Confidiamo inoltre nella promessa dell’Assessore di trovare entro breve una soluzione attuativa realizzabile per il monitoraggio della realtà associativa, sia in quanto richiestaci dalla normativa nazionale, sia perché utile strumento per le scelte normative che in futuro la Regione sarà chiamata a compiere.

 

Ricapitolando, ci rattrista il fatto che questa Giunta abbia affrontato con tale urgenza argomenti che potevano essere trattati serenamente con il normale iter legislativo coinvolgendo i soggetti interessati affinché esprimessero il loro parere in merito alle modifiche che tale disegno andrà ad apportare.

Poco da aggiungere, se non che ci attendiamo molto, molto di più da questa amministrazione, in termini di indirizzo, meritocrazia, rinnovamento.

Ci saremmo aspettati, come ci aveva illuso la stessa Giunta regionale con i proclami di inizio legislatura, una vera e radicale riforma organica del settore della cultura su basi meritocratiche e con criteri oggettivi e trasparenti nell’assegnazione dei contributi, cessando l’erogazione di quei finanziamenti straordinari a pioggia che penalizzano le eccellenze regionali.

In particolare, la giunta dovrebbe mettere mano al più presto alla riforma al sistema della tabelle e inaugurare un sistema di finanziamenti in grado di premiare i progetti culturali di lungo respiro, e che sappiano programmarsi nel tempo in modo da rendersi indipendenti da finanziamenti e stanziamenti, favorendo i soggetti nuovi e diminuendo nel tempo gli aiuti ai soggetti vecchi, per dare spazio alle voci nuove e – se del caso – togliere di mezzo i professionisti del contributo pubblico.

Il Movimento 5 Stelle non è contro la cultura, è a favore dell’associazionismo, e pensa che ogni investimento in tal senso non possa che migliorare le prospettive del nostro paese e della nostra regione.

Ma qualcosa deve cambiare.  Le forze giovani, i nuovi fermenti in ogni arte non trovano aiuto né ascolto. Nel frattempo, quantità enormi di denaro vengono sprecate nella reiterazione di riti stantii e dei loro enti officianti, nella perpetuazione di gerontocrazia e interessi consolidati; che però non si consolidano mai con le loro forze, ma continuano eternamente a dipendere dal contributo pubblico. Il problema non è solo italiano: da anni si dibatte, in tutta Europa, su come emancipare il dibattito e la produzione culturale dal cerchio degli interessi di bottega politica.

 

Crediamo che questa visione debba essere collocata al centro del dibattito sulla produzione e la fruizione culturale per porre la parola fine agli elenchi interminabili di miniprovvedimenti approvati in eterna emergenza.

Alla luce di quanto detto il nostro parere non può che essere contrario al disegno di legge, tanto urgente quanto ininfluente sui problemi reali.