Resoconto dell’incontro “Fotovoltaico Presente e Futuro” ‐ 7 febbraio 2025

Questo documento analizza le principali tematiche, idee e fatti presentati nel corso dell’incontro del 7 febbraio 2025 “Fotovoltaico Presente e Futuro”, organizzato presso la Sede UIL di Udine dal Gruppo Territoriale di Udine del Movimento 5 Stelle.
I temi centrali hanno riguardato l’evoluzione della tecnologia fotovoltaica, la situazione attuale degli impianti in Friuli Venezia Giulia, e il concetto e l’importanza delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
L’incontro è stato introdotto da Cristian Sergo, Coordinatore Territoriale Udine M5S.
Cristian Sergo ha illustrato la crescita del fotovoltaico nella regione, sottolineando come il numero di impianti sia raddoppiato in soli tre anni, passando dai 38.000 del 2021 ai 75.000 del 2024. Questo incremento è stato possibile grazie agli incentivi regionali, che hanno permesso ai privati di coprire fino al 90% del costo degli impianti attraverso contributi e detrazioni fiscali. Nel biennio 2023‐24, grazie a questi aiuti, sono stati realizzati 30.000 nuovi impianti, e sono già stati stanziati ulteriori 56 milioni di euro per proseguire l’iniziativa.

Inoltre, il Superbonus 110% ha contribuito con 13.600 interventi, spesso comprensivi di impianti fotovoltaici.
Dal punto di vista della potenza installata, la regione ha aggiunto 652 MW in tre anni, superando con largo anticipo gli obiettivi fissati dal Ministero dell’Ambiente per il 2024, 2025 e 2026. Per il 2024, ad esempio, era previsto un incremento di 404 MW da fonti rinnovabili, un traguardo già abbondantemente superato con il solo fotovoltaico.
Sergo ha poi evidenziato la crescita dei grandi parchi fotovoltaici: attualmente nella regione ne risultano attivi solamente 4 sopra i 10 MW (per un totale di 66MW), ma ce ne sono 28 di potenza superiore ai 10 MW autorizzati ma non installati o in fase di autorizzazione, a cui se ne aggiungono altri 87 con una potenza che va da 1 a 10 MW autorizzati o in fase di autorizzazione. Il più grande raggiunge i 112 MW, occupando circa 130 ettari di terreno. Dovessero esser installati tutti i 115 impianti avremmo una potenza di circa 1700 MW,
che si aggiungeranno ai 652 MW già installati. Permettendoci di superare l’obiettivo al 2030 di 1960 MW aggiuntivi. Ma parliamo solo di impianti fotovoltaici e solo di quelli già richiesti.
Tuttavia, Sergo ha sottolineato le criticità legate all’impatto paesaggistico dei grandi parchi fotovoltaici, in particolare in aree di pregio come il sito UNESCO di Aquileia.
Infine, ha introdotto il tema delle comunità energetiche, nate grazie al Movimento 5 Stelle. In Germania ne esistono 4.800, mentre in Italia sono circa 168, di cui solo 46 effettivamente operative. Un modello che merita
di essere sviluppato per garantire una produzione e una distribuzione dell’energia più sostenibile e partecipata.
Sergo ha concluso il suo intervento ribadendo l’importanza del fotovoltaico per il futuro energetico della regione e anticipando che il tema delle comunità energetiche sarà approfondito nel corso della serata.
Ha poi preso la parola Marco Piemonte, Fondatore e Responsabile dell’Isontino di E‐Oikos, che si è inoltrato in alcune considerazioni tecniche riguardo alla tecnologia fotovoltaica.
Marco Piemonte ha discusso del fotovoltaico, della sua importanza e delle tecnologie correlate, offrendo una panoramica del settore in Italia e nel mondo. Ha anche condiviso la sua esperienza personale nel settore.
Piemonte ha iniziato il suo percorso nel fotovoltaico nel 2009, inizialmente motivato da ragioni di business.
Nel 2021, però, ha compreso l’importanza sociale e ambientale di questa tecnologia, in particolare dopo aver osservato lo spreco di energia rinnovabile nella Val Canale, dove 11 centrali idroelettriche producevano un surplus di 30 milioni di kWh venduto all’estero.
Nel 2022, ha lanciato il primo progetto di comunità energetica in Friuli Venezia Giulia, la “Comunità Energetica della Val Canale”, che prevedeva anche un distributore di idrogeno per sfruttare l’energia in eccesso. Tuttavia, visto che il progetto non è stato realizzato come previsto, Piemonte ha deciso di entrare nel Movimento 5 Stelle per promuovere iniziative legate alla transizione energetica.
Ha poi spiegato cos’è il fotovoltaico, una tecnologia che converte la luce solare in elettricità tramite celle di silicio, senza emissioni di CO2, rendendola una fonte di energia rinnovabile e sostenibile. Oggi, il fotovoltaico è considerato essenziale per ogni edificio, simile a un elettrodomestico, per la sua facilità d’uso, i benefici immediati e la capacità di ridurre i costi in bolletta e la dipendenza dalla rete elettrica.
Piemonte ha sottolineato l’importanza dei sistemi di accumulo, che riducono ulteriormente la dipendenza dalla rete e mitigano l’incertezza derivante dagli aumenti dei costi energetici. Nonostante il fotovoltaico sia una tecnologia accessibile, ha anche evidenziato la necessità di prestare attenzione nella scelta e nell’installazione degli impianti.
Ha sottolineato inoltre l’importanza di non basare la decisione di acquisto esclusivamente sul prezzo, ma di considerare anche fattori come l’efficienza e le tecnologie più recenti.
In sintesi, Piemonte ha offerto una prospettiva tecnica e personale sul fotovoltaico, enfatizzando la sua rilevanza per la transizione energetica e la necessità di maggiore consapevolezza nell’uso di questa tecnologia.
E’ seguito quindi l’intervento di Edo Billa, Presidente E‐Oikos, incentrato sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Villa ha iniziato il suo intervento ringraziando il Movimento 5 Stelle per l’organizzazione della serata e per il loro contributo allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili (CER) in Italia. Ha inoltre riconosciuto il lavoro del senatore M5S Gianni Girotto per la normativa transitoria del 2019.
Villa ha poi definito cosa siano le CER: gruppi di persone, imprese, amministrazioni e altre entità che si uniscono per produrre, condividere e consumare energia da fonti rinnovabili. Sebbene il concetto di base sembri semplice, ha sottolineato che la realizzazione delle CER è complessa, a causa della normativa recente che ha complicato ulteriormente il processo. Per costituire una CER, è necessario un soggetto giuridico, come un’associazione, una cooperativa o una fondazione di partecipazione.
Ogni membro di una CER mantiene il proprio fornitore di energia e gli impianti che ne fanno parte non devono superare la potenza di 1000 kW (1 MW). La condivisione dell’energia avviene all’interno del territorio coperto Dalla stessa cabina primaria di alta tensione, impedendo scambi tra zone appartenenti a cabine primarie diverse.
Villa ha evidenziato che la sua associazione, nata dal basso, è democratica, aperta, indipendente e senza scopo di lucro.
Per il funzionamento della CER, è necessario almeno un produttore e un consumatore di energia da fonti rinnovabili. L’energia prodotta in eccesso che non viene consumata immediatamente può essere condivisa all’interno della comunità. Villa ha precisato che solo l’energia condivisa tra i membri della CER riceve un incentivo aggiuntivo, mentre quella immessa in rete non è oggetto di incentivo.
Tra i benefici delle CER, Villa ha sottolineato l’efficienza energetica, la possibilità di vendere energia, la realizzazione di infrastrutture per la mobilità elettrica, la salvaguardia dell’ambiente e il miglioramento del rating di sostenibilità ESG per le imprese partecipanti.
Ha poi parlato della democratizzazione della produzione di energia, evidenziando come l’uso di fonti rinnovabili come il sole permetta di ridurre la dipendenza energetica da altri paesi e concentrare la produzione in poche mani.
Villa ha anche trattato degli incentivi, che sono destinati esclusivamente all’energia condivisa all’interno della CER e non a quella prodotta in generale. Ha spiegato che il bilanciamento tra produzione e consumo all’interno della CER è un processo che avviene gradualmente, attraverso l’integrazione di nuovi impianti e consumatori. L’incentivo massimo può arrivare a circa 140 €/MWh.
Ha poi evidenziato che i piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti possono ricevere contributi fino al 40% per la costruzione di impianti. Ha anche suggerito che questa soglia potrebbe essere aumentata in futuro a 10.000 o 30.000 abitanti.
Villa ha precisato che non possono aderire alle CER le grandi imprese e chi produce o vende energia come attività principale. Per i consumatori, è sufficiente essere titolari di un contatore. Ha anche sottolineato che l’adesione alla CER è semplice e che la quota di adesione della sua associazione è stata fissata a soli 10€, per facilitare l’ingresso di chiunque voglia partecipare.
Ha infine riconosciuto il contributo di parlamentari come Dario Tamburrano e Luca Sut, che hanno lavorato alla direttiva europea sulle comunità energetiche.
Villa ha concluso auspicando che serate come quella potessero contribuire a far comprendere l’importanza delle CER. Pur riconoscendo le difficoltà iniziali, ha sottolineato come la loro realizzazione diventi più semplice con l’esperienza e il tempo.
E’ intervenuto infine Ivano Marchiol Assessore Comune di Udine Lavori pubblici viabilità verde pubblico.
Ivano Marchiol ha presentato il ruolo del Comune di Udine nel processo di decarbonizzazione, concentrandosi sull’energia fotovoltaica e sulle comunità energetiche. Ha illustrato le azioni intraprese dal comune, i risultati ottenuti e le prospettive future, mettendo in evidenza l’importanza di una regolamentazione intelligente per l’uso di questa tecnologia.
Marchiol ha sottolineato che il fotovoltaico è uno strumento fondamentale nel processo di
decarbonizzazione e transizione energetica, un impegno che coinvolge il mondo intero, l’Europa, l’Italia, il Friuli Venezia Giulia e, naturalmente, il Comune di Udine. Ha definito il fotovoltaico come una “arma” per il cambiamento, essenziale per ridurre le emissioni di CO2.
Riguardo alla regolamentazione, ha evidenziato come un uso intelligente del fotovoltaico richieda normative adeguate, elaborate attraverso processi democratici che coinvolgono il Parlamento e il consiglio regionale.
Passando ai dati statistici, ha riferito che la taglia media degli impianti fotovoltaici installati in Friuli Venezia Giulia è di 14 kW e che la regione produce più energia di quanto ne consumi, considerando tutte le fonti, non solo le rinnovabili.
Per quanto riguarda il Comune di Udine, Marchiol ha illustrato i consumi energetici, specificando che circa la metà dell’energia elettrica viene utilizzata dalle scuole, seguite da uffici pubblici e altri edifici. Il Comune acquista energia verde da fonti rinnovabili, con un costo annuale di circa 50.000 euro e dispone di 280 utenze fisse, oltre a diverse utenze temporanee.
Riguardo agli impianti fotovoltaici, ha raccontato che all’inizio del suo mandato, il Comune di Udine aveva circa 100 kW di potenza installata, distribuiti su nove impianti. Grazie a fondi del PNRR e a interventi di project financing, sono in fase di attivazione impianti per ulteriori 516 kW, come ad esempio quello da 67 kW sulla palestra della scuola Mazzini e quello da 98 kW presso la scuola d’infanzia in via Adige.
Gli obiettivi del Comune sono ambiziosi: l’intento è ridurre le emissioni di CO2 del 43% rispetto al 2006.
Marchiol ha anche parlato delle comunità energetiche, in particolare della promozione di una CER a San Domenico e dello sviluppo del profilo di “auto consumatore individuale a distanza”, dove il Comune stesso produce e consuma energia rinnovabile tramite le sue utenze. Ha spiegato che le CER operano in relazione alle cabine primarie, con la cabina primaria più importante per il Comune di Udine situata a ovest, in viale Venezia, che copre l’area con più edifici comunali.
Gli investimenti fotovoltaici hanno anche permesso al Comune di ottenere contributi nazionali, grazie alla riqualificazione degli edifici esistenti. Infine, Marchiol ha sottolineato l’importanza di una corretta regolamentazione dei pannelli fotovoltaici sul terreno, avvertendo dei rischi di dinamiche problematiche. Ha ribadito che il passaggio alle energie pulite non deve essere frenato, ma deve essere gestito in modo intelligente. Il Comune di Udine sta infatti installando impianti sui tetti degli edifici pubblici e delle palestre,
mentre i privati operano in base alle normative in vigore.
In sintesi, l’intervento di Marchiol ha evidenziato l’impegno del Comune di Udine nella transizione energetica, i progressi fatti, gli obiettivi futuri e la necessità di una regolamentazione efficace e intelligente nell’uso del fotovoltaico.
Durante la discussione, sono emerse diverse domande e interventi finali, che hanno toccato vari aspetti legati alla transizione energetica, alle comunità energetiche e al fotovoltaico. Ecco una sintesi delle principali osservazioni e domande emerse:
Un partecipante (..) ha sottolineato l’importanza di una visione d’insieme, affermando che demonizzare i grandi parchi fotovoltaici è controproducente, poiché la regione deve raddoppiare la potenza installata di fonti rinnovabili entro il 2043. Ha evidenziato che la superficie agricola occupata dal fotovoltaico è minima (0,13%) e che molti di questi terreni non sono nemmeno coltivati. Inoltre, ha promosso l’agrivoltaico come una soluzione che potrebbe potenziare l’attività agricola invece di sottrarre terreni. Ha anche sottolineato
che i comuni dispongono di strumenti urbanistici per regolamentare l’installazione di impianti fotovoltaici e ha invitato a considerare le cabine primarie come elementi in evoluzione, necessari per supportare lo sviluppo delle comunità energetiche. Ha criticato l’adeguatezza dei comuni rispetto a questa esigenza e ha osservato che gli operatori economici non chiedono contributi pubblici, ma solo un impatto positivo sul territorio. Infine, ha espresso critiche sul modo in cui il problema è analizzato, affermando che non viene considerato nel contesto della strategia europea per l’indipendenza energetica, e ha sottolineato che la produzione di energia rinnovabile è una questione di indipendenza energetica, democratizzazione e sviluppo delle economie locali.
Marino Visintini (Leagmabiente Udine), ha sollevato la preoccupazione per la mancanza di una pianificazione regionale per le cave e le discariche, suggerendo di prestare attenzione all’utilizzo di vecchie discariche per l’installazione di impianti fotovoltaici. Ha enfatizzato la necessità di verificare la presenza di inquinamento nei siti prima di installare i pannelli.
Un’altra partecipante ha chiesto informazioni sulla durata e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici e delle batterie. È stato chiarito che i pannelli fotovoltaici sono riciclabili e che esiste un consorzio per il loro recupero, al quale si contribuisce già al momento dell’acquisto. Le batterie, con una durata di circa 10.000 ricariche, vengono recuperate in apposite fabbriche.
IL Consigliere Comunale Matteo Mansi ha posto domande specifiche sui parchi fotovoltaici e le comunità energetiche, chiedendo quale sia l’iter per la costruzione di un parco e quali strumenti abbiano i cittadini per tutelarsi. Ha anche criticato l’idea che i cittadini debbano diventare produttori di energia, chiedendosi perché non debbano essere le istituzioni a farlo. Ha evidenziato la complessità delle comunità energetiche e le scappatoie che
permettono anche alle grandi aziende di parteciparvi, definendo le CER come un “gran casino”.
In risposta alle domande di Mansi, è stato spiegato che i cittadini hanno poche possibilità di opporsi alla proliferazione dei parchi fotovoltaici, a parte la pubblicità e l’informazione, mentre i comuni hanno un potere limitato per impedire la costruzione di parchi fotovoltaici, soprattutto quelli a terra. Si è sottolineato che la condivisione dell’energia e il diventare produttori di energia sono aspetti legati alla democrazia e al miglioramento della società. Le comunità energetiche, infatti, nascono nei territori e si sviluppano nel tempo,
trasformando una situazione di dipendenza e conflitto in un ambiente democratico e di accordo tra le comunità.
Infine Rosaria Capozzi, Consigliera Regionale del M5S, ha sottolineato l’importanza di continuare a sviluppare le fonti rinnovabili, prestando attenzione alla tutela dell’ambiente. Ha evidenziato che il Movimento 5 Stelle è sempre stato attento a queste tematiche. Capozzi ha menzionato un dibattito imminente sulla legge per l’individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti per le fonti rinnovabili. Questo tema è importante perché, secondo lei, il territorio va tutelato. Ha ribadito che è possibile potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili adottando strategie diverse, come l’installazione di impianti su palestre, scuole ed edifici pubblici, oppure di puntare su discariche e capannoni industriali invece che su terreni agricoli di pregio. Ha annunciato che sono in corso proposte per la costituzione delle comunità energetiche e suggerito la creazione di un reddito energetico per le persone con meno disponibilità finanziarie per l’anticipo della spesa. Infine, Capozzi ha concluso affermando che l’argomento è complesso e richiede un approccio aperto, dato che le dinamiche e l’evoluzione dei tempi presuppongono un approccio diverso man mano che si affronta questo tema. Ha infine ringraziato il Movimento 5 Stelle per aver promosso un confronto utile su una materia complessa.
In conclusione, è stato osservato che il Friuli Venezia Giulia ha raggiunto gli obiettivi ministeriali per l’installazione di impianti fotovoltaici, grazie agli incentivi regionali, e che sono stati autorizzati 56 parchi fotovoltaici con una potenza superiore ai 10 MW nella regione.
Gli interventi e le domande finali hanno messo in evidenza la necessità di un approccio equilibrato alla transizione energetica, che tenga conto delle esigenze dei cittadini, della tutela del territorio e dell’urgenza di accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, oltre a un dibattito aperto sulla complessità delle comunità energetiche e sul loro ruolo nel futuro del sistema energetico.