“Nella legge di stabilità abbiamo voluto dare un segnale di reale volontà di raggiungere e superare gli obiettivi dell’economia circolare, spingendo verso la tariffa puntuale per tutti i cittadini della Regione. Ma il nostro emendamento per agevolare i gestori del servizio ad innovare i sistemi di raccolta, come gli altri 84 proposti al bilancio 2022, è stato bocciato”. Lo rimarca il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo. “Probabilmente tra i 9 miliardi a disposizione del bilancio non si son trovati i fondi necessari. E così le bollette aumentano invece di diminuire”.
“Eppure qualche giorno dopo la bocciatura, la Giunta Regionale ha adottato in via preliminare il progetto di piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, da noi invocato sin dall’inizio dell’anno, ma che forse i componenti dell’esecutivo non hanno letto. Nello stesso progetto infatti – continua Sergo – l’obiettivo n. 9 prevede la promozione dell’applicazione della tariffa puntuale, utile per diminuire la produzione pro-capite del rifiuto urbano residuo”.
“Il tutto mentre avviene l’ennesima stranezza che dovrebbe far saltare dalla sedia qualche amministratore comunale di Udine e Provincia, ma che siamo sicuri scandalizzerà solo noi – aggiunge il capogruppo M5S -. È infatti in fase di realizzazione a Montespertoli, sulle colline del Chianti, un impianto in grado di trattare 160mila tonnellate l’anno di rifiuti organici, che troveranno nuovo valore trasformandosi in 25mila tonnellate di compost e 11 milioni di metri cubi di biometano, con un potenziale energetico di 100 milioni di kWh/anno”.
“Un impianto del tutto simile a quello in fase di realizzazione in via Gonars nel capoluogo friulano, con tre piccole differenze. La prima è che l’impianto toscano è completamente autofinanziato dalla società che gestisce la raccolta e il trattamento del rifiuto, mentre a Udine la Net e il Comune han deciso di affidarsi al project financing, che garantirà più di 40 milioni di euro ai privati (anche se nei documenti di gara si parlava di 117 milioni in 23 anni) che gestiscono l’operazione. La seconda è che gli impianti costano quasi gli stessi soldi, quello di Udine costa il 10% in più, ma quello in Toscana potrà trattare il triplo dei rifiuti. La terza è lo stanziamento statale di 1,5 miliardi previsto dal PNRR per questi impianti. Da una parte un’altra occasione persa, dall’altra la previsione che aumentando gli impianti in Italia i rifiuti che entreranno in Regione daranno sempre di meno, motivo in più per ribadire che la nostra regione non ha alcuna necessità di ampliare i già esistenti impianti di questo tipo – conclude Sergo -, raccogliendo 167 mila tonnellate l’anno di frazione organica e trattandone 362 mila, provenienti da mezza Italia, non ci rimane che continuare a contestare l’assurda operazione finanziaria posta in essere”.