Fanno sorridere le dichiarazioni trionfalistiche dell’assessore Telesca sulla qualità della Sanità del Friuli Venezia Giulia che sarebbe – a suo dire – “in progresso rispetto al 2013 nel 58 per cento degli indicatori”. Secondo l’assessore questi dati attestano che la “Riforma del Friuli Venezia Giulia corre su un ottimo binario”. Peccato si tratti di dichiarazioni già in parte confutate dall’indice di performance del sistema sanitario elaborato dell’istituto di ricerca “Demoskopika” che certifica come nel 2016 il sistema sanitario regionale del Friuli-Venezia Giulia abbia perso due posizioni nella classifica nazionale (dal 10° al 12° posto), posizionandosi in un area di mediocrità.
Abbiamo voluto però analizzare gli indicatori più significativi tra gli oltre cento rilevati della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, da cui l’assessore alla Salute ha preso spunto per le sue esternazioni. Facendo un confronto tra gli indicatori del 2014, epoca pre-riforma, e quelli del 2015, anno in cui è entrata in vigore la riforma, e analizzando una sessantina di indicatori suddivisi in 11 classi, la posizione del FVG rispetto alle altre regioni può essere riassunta nel seguente modo:
– per 1/3 degli indicatori la posizione del FVG è rimasta invariata rispetto all’anno precedente (il valore dell’indicatore non è sostanzialmente mutato). In otto casi si è registrato un peggioramento della performance rispetto all’anno precedente ma la posizione del FVG è rimasta invariata (perché sono peggiorate anche le performance delle altre regioni);
– per 1/3 gli indicatori la posizione del FVG è migliorata di poco, con risultati rilevanti solamente nella percentuale di fratture del collo del femore operate entro 2 giorni dall’ammissione (dal 5° al 3° posto), nella riduzione della percentuale parti indotti (dal 12° all’8° posto) e nell’efficacia assistenziale delle patologie croniche (dal 7° al 4° posto). Inoltre, relativamente al percorso di emergenza urgenza, si evidenzia un peggioramento di questi indicatori: percentuale degli accessi al Pronto soccorso con codice giallo entro 30 minuti e con codice verde entro 1 ora;
– infine per 1/3 degli indicatori la posizione del FVG è peggiorata rispetto all’anno precedente. In 4 casi è peggiorata nettamente: il tasso di accessi al Day hospital medico standardizzato per 1000 residenti è passata dalla quinta alla sesta posizione; l’integrazione ospedale territorio passando dalla quinta all’ottava; il percorso oncologico è passato dalla quinta alla nona posizione ma soprattutto il costo pro-capite per assistenza ospedaliera (da 559,44 a 853,48 pro-capite) dal 1° all’8° posto.
Sostanzialmente: la posizione del Friuli Venezia Giulia, relativamente alla performance sanitaria, è rimasta invariata (registrando un lieve miglioramento in alcuni indicatori e un peggioramento in altri) nell’area delle cure domiciliari, capacità di governo della domanda, appropriatezza chirurgica e qualità di processo. La posizione della regione invece è retrocessa nell’area dell’integrazione ospedale-territorio, dell’appropriatezza prescrittiva farmaceutica, del percorso oncologico, del percorso emergenza-urgenza, degli abbandoni da pronto soccorso, del governo della spesa farmaceutica e dei dispositivi e del costo pro-capite per l’assistenza ospedaliera.
Caro assessore alla Salute, “farsi belli” usando gli indicatori della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa del 2015 sostenendo che “la Riforma della Sanità del FVG corra su ottimi binari” non funziona!
Se la qualità del Sistema sanitario regionale, nonostante le numerose criticità, continua ad essere buono non è certamente merito di questa riforma!
Anzi, gli indicatori della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa dimostrano che i primi effetti della riforma sanitaria targata Partito democratico sono stati un aumento del costo pro-capite per assistenza ospedaliera con un netto peggioramento degli indicatori del percorso emergenza-urgenza (come gli abbandoni dal pronto soccorso) e dell’integrazione ospedale-territorio, aree – queste – che dovevano essere il fiore all’occhiello dell’attuale riordino del Servizio sanitario regionale”.
Concludendo, l’assessore Telesca continua nella sua azione propagandistica e usa in maniera del tutto faziosa gli indicatori bersaglio. Un’analisi più approfondita e completa dimostra infatti che la Sanità del Friuli Venezia Giulia non è migliorata, anzi, nelle aree in cui la riforma avrebbe dovuto ottenere i migliori risultati, ha ottenuto un peggioramento significativo. In realtà, nel suo complesso, i risultati della Sanità della nostra regione non sono catastrofici, solo perché può ancora contare su un “capitale” di esperienze e risultati maturati nel periodo pre-riforma.