Il MoVimento 5 Stelle ha deciso di depositare una mozione – primo firmatario Andrea Ussai – per mantenere il punto nascita e il reparto di pediatria a Latisana a causa della inaccettabile incertezza sulle sue sorti che si trascina colpevolmente da anni. Ad aggravare ulteriormente il quadro sono state alcune manovre organizzative adottate nell’ultimo biennio che hanno depauperato l’organico medico e ostetrico del presidio e unacampagna mediatica che ha fornito un’immagine poco attrattiva del punto nascita. Il risultato finale è stato un peggioramento del clima e delle difficoltà che ogni giorno si trovano a vivere operatori ed utenti dell’ospedale di Latisana.
Come M5S siamo fermamente convinti che debba essere mantenuto presso la sede di Latisana il Punto nascita assieme alle degenze di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia. Non può infatti essere il mero numero dei parti il fattore determinante nella scelta di quale punto nascita mantenere tra Palmanova e Latisana. Al contrario deve essere tenuta in debita considerazione la particolare posizione geografica dell’ospedale di Latisana, che lo pone – al pari di quello di Tolmezzo – come un presidio assolutamente indispensabile della rete ospedaliera regionale in grado di garantire criteri di equità nell’accessibilità e nella fruibilità dei servizi sanitari per tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Criteri, questi ultimi, chiaramente enunciati come principi ispiratori dell’attuale riforma sanitaria.
In caso contrario, la chiusura di un servizio basilare per un ospedale di rete quale l’intera area materno-infantile avrebbe come effetto il ridimensionamento, in poco tempo, di tutto l’ospedale, come è sempre avvenuto in Fvg in casi analoghi (Cividale, Gemona, Maniago, Sacile, etc.). In pratica verrebbe messo in discussione un ospedale di rete, che attualmente è il quarto in regione come numero di prestazioni di PS e per almeno quattro mesi l’anno ha il bacino di utenza più alto dell’intero Friuli Venezia Giulia.
Siamo altresì convinti che questa scelta di politica sanitaria regionale non possa essere affidata ad un Direttore generale o a qualche tecnico, ma che debba essere la politica ad assumersi la responsabilità di decidere seguendo il buon senso e l’interesse collettivo, prescindendo dalla convenienza o dall’appartenenza partitica.