«Se a una riforma della Sanità regionale, che giàcancella per legge diversi Pronto soccorso in aree periferiche, aggiungiamo i ripetuti casi di cronaca in cui vengono documentati ritardi nell’arrivo dei mezzi di soccorso, non possono che essere giustificate le preoccupazioni dei cittadini che si trovano a vivere lontano dai principali ospedali di riferimento». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionaleAndrea Ussai e gli attivisti pentastellati di Gemona del Friuli commentano così gli ultimi episodi di “malasanità” che si sono verificati nel Friuli Venezia Giulia, guidato dalla giunta Serracchiani.
«A nulla sono valse le sollecitazioni e le proposte che come M5S abbiamo fatto in questi mesi a questa maggioranza – attacca il consigliere pentastellato -. Già il 31 luglio 2014, durante la prima presentazione ufficiale del testo della Riforma, alla luce della riorganizzazione della rete ospedaliera che ci veniva presentata, avevamo chiesto garanzie in termini di tempestività e di sicurezza nella capacità di trattare le emergenze su tutto il territorio regionale».
«Come documentato anche dalla nostra relazione di minoranza, successivamente abbiamo sollecitato che venissero creati dei punti di “Pronto soccorso avanzato” dotati di automedica – ricorda Ussai – in cui la presenza di personale dell’emergenza sanitaria territoriale, insieme ai colleghi della continuità assistenziale, avrebbe potuto mettere in sicurezza il territorio in modo capillare e sopperire così alla lontananza dai Pronto soccorso definiti “hub” in particolare nella zona pedemontana e montana. Con questi accorgimenti – aggiunge – si potrebberogarantire trasporti protetti con medico e infermiere presso le strutture maggiormente attrezzate e sicure».
«Infine durante la votazione della Riforma abbiamopresentato alcuni emendamenti nel tentativo di evitare la chiusura indiscriminata dei Pronto soccorso e la riconversione in Punti di primo intervento, prevista per gli “ospedali minori”. In quell’occasione – sottolinea Ussai – abbiamo chiesto, infatti, didemandare ogni decisione al Piano dell’emergenza-urgenza, in modo da poter graduare le riorganizzazioni delle rispettive strutture ospedaliere in base ai diversi bacini di utenza e ai territori che, di fatto, sono molto diversi tra loro. Inoltre, nella stesura del Piano dell’emergenza-urgenza, avevamo chiesto di tener conto delle peculiarità rappresentate dalle zone più svantaggiate come ad esempio quelle montane».
Anche il MoVimento 5 Stelle di Gemona, in contrasto con quanto sostenuto dalla presidente Serracchiani e dall’assessore Telesca, aveva più volte evidenziato la necessità di mantenere una seconda ambulanza attiva 24 ore su 24. E i fatti stanno dando tristemente ragione agli attivisti e ai portavoce M5S.
«A distanza di pochi mesi dalle nostre proposte – che, purtroppo, non sono state tenute in minima considerazione – ma soprattutto alla luce degli accadimenti drammatici di questi giorni, oggi chiediamo alla giunta Serracchiani di arrivare quanto prima alla definizione del Piano dell’emergenza-urgenza, di rivedere il taglio dell’ambulanza a disposizione per il 118 avvenuto a Gemona e di mantenere il Pronto soccorso per tutte le 24 ore sia a Gemona che a Cividale, così come promesso almeno in questa fase iniziale dalla stessa presidente della Regione».
«L’obiettivo di queste richieste non è tanto la difesa dell’esistente a prescindere. Le nostre proposte sono dettate piuttosto dall’esigenza di dare continuità a servizi essenziali per i cittadini. Il nostro auspicio – conclude il portavoce M5S – è che la riqualificazione di questi servizi possa infine garantire le giuste tutele in termini di tempestività e sicurezza, soprattutto nella capacità di trattare non solo le cronicità ma anche le emergenze e dare – una volta per tutte – risposte certe su tutto il territorio regionale».