Salute, Capozzi: Rete oncologica, no ingerenze politiche su Piano vitale

“Il Piano della Rete oncologica regionale del Friuli Venezia Giulia è un documento importantissimo: tanto per quanto riguarda l’organizzazione delle strutture, tanto e soprattutto per quanto concerne la salute dei pazienti. La durata e la qualità della vita di cittadine e cittadini, dopo una malaugurata diagnosi di tumore, è infatti strettamente dipendente da tutti i progressi garantiti dai trattamenti ma, al tempo stesso, anche da un insieme di fattori quali la prevenzione, la diagnosi precoce, la terapia, la riabilitazione e l’assistenza”.

Lo rimarca, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), riprendendo i contenuti dell’intervento che questo pomeriggio l’ha vista protagonista durante i lavori della III Commissione permanente che, prima dell’espressione del previsto parere tematico, ha ospitato l’audizione dei rappresentanti del Consiglio delle Autonomie locali (Cal) in merito al Piano della Rete oncologica regionale 2025-27.

“Esistono, tuttavia, esplicite differenze in termini di incidenza tumorale sul nostro territorio – aggiunge l’esponente pentastellata – che inducono a fare degli approfondimenti. Si tratta certamente di un Piano importantissimo e atteso da molti anni, ma la sensazione che ho avuto e che continuo ad avere, anche a seguito dello stralcio dal quale si evince l’organizzazione della Chirurgia oncologica, è che a prevalere sia stato il campanilismo politico, piuttosto che le scelte tecniche”.

“Il documento, in prima battuta stilato dai tecnici, era stato poi ritirato – precisa Capozzi – sotto la spinta delle pressioni politiche. Oggi, infine, ci è stato chiesto di votare un testo monco di un passaggio importante, benché accompagnato dalla garanzia che sarà successivamente integrato con le valutazioni dei professionisti, le stesse che avevano portato all’elaborato iniziale”.

“Il rischio e il timore che abbiamo paventato – sottolinea la rappresentante del M5S – è che ulteriori spinte vengano allo scoperto e che, in questo modo, il Piano finisca per essere un orto da difendere, piuttosto che costituire la risposta tanto attesa e tanto dovuta alla popolazione. Abbiamo perciò auspicato la stesura di un Piano condiviso in primis dai professionisti e basato soprattutto su scelte coerenti. Questo in maniera tale da creare una rete armonica tra le diverse sedi presenti nella nostra regione e, al fine di non dare vita a pericolose contrapposizioni, come sta accadendo e come è emerso anche in sede di Cal, davanti al voto contrario espresso da alcuni territori come Gorizia e Mossa, capaci di indebolire il sistema stesso a danno dei numerosi cittadini per i quali le cure appaiono vitali”.

“Il nostro voto, pertanto, non poteva che essere contrario. Avremmo infatti preferito – conclude Capozzi – che non si decidesse oggi. Sarebbe stato altresì necessario e prezioso un ulteriore rinvio della votazione e, in seguito, poter contare su una nuova opportunità per valutare un progetto finalmente completo, una volta definita anche la distribuzione dell’organizzazione chirurgica, la cui tabella costituisce un passaggio significativo”.