“Gli interventi per la domiciliarità assistenziale sono importantissimi, perché costituiscono un sistema sociale di prossimità territoriale. È quello verso cui la nostra sanità deve tendere, progettato con la persona, la sua famiglia e la comunità accogliendo il bisogno nelle sue diverse espressioni”. Lo sostiene in una nota la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, che ha espresso parere favorevole alle due delibere discusse in III Commissione rispettivamente sulla domiciliarità comunitaria e sulla valorizzazione dei caregiver.
“Promuovere l’autonomia delle persone e delle famiglie a rischio di emarginazione e favorire l’inserimento e la loro partecipazione alla vita comunitaria – afferma ancora la Capozzi – contribuisce a contrastare ogni forma di isolamento sociale. Con questi interventi, quando è possibile, si evitano anche il ricorso a ricoveri ad elevato standard assistenziale in ospedali o strutture. Tutto questo è in linea con gli obiettivi del Pnrr, che si prefigge di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, almeno il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni (in linea con le migliori prassi europee), rispetto all’attuale in media tra le diverse regioni italiane di poco inferiore al 5%”.
“L’auspicio espresso anche in Commissione – conclude la pentastellata – é che questa fase sperimentale circoscritta alle persone anziane non autosufficienti, con una diagnosi di demenza associata a disturbi comportamentali, sia estesa alle persone anziane non autosufficienti affette da altre malattie”.