“Porre rimedio a storture che finiscono per avvantaggiare il privato a discapito della sanità pubblica”. È la richiesta del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, che ha presentato un’interrogazione sul tema della spesa sanitaria privata in Friuli Venezia Giulia, a cui oggi ha dato risposta in aula l’assessore Riccardi.
“Secondo i dati Istat del 2017, il Friuli Venezia Giulia è secondo solo alla Valle d’Aosta per il rapporto tra spesa sanitaria privata e pubblica pro capite – sottolinea Ussai -. Secondo il rapporto Osservasalute, ogni residente sborsa 972 euro per il privato. Inoltre, mentre in Commissione ci è stato detto che la spesa per il privato accreditato è pari al 3,8%, il rapporto annuale OASI parla di un 8,6% nel 2017 e di un 10,8% nel 2018”.
“Per questo – aggiunge il consigliere – avevamo chiesto i dati aggiornati rispetto al ricorso al privato e al privato accreditato per singole voci (ospedaliera, specialistica, riabilitazione e altra assistenza) in tutto il Friuli Venezia Giulia, ottenendo però soltanto una risposta parziale relativa all’Azienda Giuliano-Isontina e alle prestazioni ambulatoriali”
“Già prima della pandemia, sono stati esternalizzati alcuni servizi quali, ad esempio, la gestione di alcuni punti di primo intervento, di parte dei pronto soccorso e delle postazioni di ambulanze – ricorda Ussai -. Dopo la sospensione dell’attività ambulatoriale legata al Covid-19, sono ripartite le visite programmate, iniziando però dagli erogatori del privato convenzionato. Presso ASUGI, in particolare, non è ancora possibile prenotare nelle strutture pubbliche tutte le visite con minore priorità. Come affermato dallo stesso assessore, non sono infatti prenotabili le visite di pneumologia, oculistica, otorino, odontostomatologia, endocrinologia, gastroenterologia, ortopedia, chirurgia e urologia; altre invece sono prenotabili seppure non ancora attive”.
“Un cittadino che si rivolge al privato convenzionato, viene troppo spesso dirottato su prestazioni private, erogate in tempi più brevi e paradossalmente con costi inferiori in alcuni casi. L’assessore parla di efficienza e gradimento ma il paziente si rivolge al privato quando c’è scarsa accessibilità nel pubblico in termini di tempi di attesa – conclude l’esponente M5S -. La spesa privata non deve sostituire il pubblico; occorre quindi mettere mano, a partire dal costo delle prestazioni, a quelle situazioni che finiscono per penalizzare la sanità pubblica”.