“La seconda parte della riforma inizia in formato spezzattino dopo che ci era stata promessa una programmazione in un’ottica complessiva”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo l’approvazione in aula dell’emendamento che riguarda gli ex ospedali di Cividale, Gemona, Maniago, Sacile e parte del Maggiore di Trieste, riconvertiti in presidi territoriali dalla riforma Serracchiani – Telesca.
“Fedriga parla di un cambio di passo, riferendosi in particolare a Gemona – aggiunge Ussai –. Bene il riconoscimento del ruolo di Centro di riferimento regionale per la riabilitazione insieme al Gervasutta di Udine ma l’ospedale per acuti rimane riconvertito, senza precise garanzie per quanto riguarda le funzioni di post acuzie, medicina di bassa intensità e chirurgia minore, in continuità con la riforma portata avanti dal centrosinistra nella scorsa legislatura. Il tutto senza che ci sia un confronto in sede di Commissione sanità in Consiglio regionale sulla programmazione sanitaria”.
“Registriamo inoltre la marcia indietro dell’assessore Riccardi e del sindaco Revelant che cinque anni fa, quando erano consiglieri regionali, avevano presentato un emendamento per fare di Gemona e Cividale ‘presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate’ – conclude il consigliere M5S –. Oggi invece si accontentano di una norma che attribuisce al Punto di primo intervento la dotazione di spazi di osservazione a disposzione della funzione di emergenza/urgenza, in contrasto con il Decreto ministeriale 70/2015, che esclude questa possibilità. Si rischia così l’impugnazione e si mantiene uno stato di confusione di cui la nostra sanità non ha bisogno”.