“Il tema del rientro a scuola in sicurezza evidentemente non interessa più di tanto alla Giunta”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, che ha presentato un’interrogazione per conoscere gli strumenti messi in campo dall’amministrazione per rendere sicure le aule e garantire la didattica in presenza.
“Nella settimana in cui gli studenti hanno ripreso le lezioni, la nostra è stata l’unica richiesta di chiarimenti in materia – sottolinea Capozzella -. L’assessore Rosolen non era presente alla seduta di ieri del Consiglio regionale e, per una questione di tempi, non è stato possibile ottenere una risposta. Evidentemente era più importante capire perché al presidente Fedriga mancavano due preferenze nella votazione per i grandi elettori”.
“Nel frattempo permangono le difficoltà nello svolgimento dell’attività scolastica, a causa della mancanza di personale e con le graduatorie degli insegnanti che, quantomeno nel caso delle primarie, sono esaurite – continua l’esponente M5S -. Il tutto, in una situazione in cui il tracciamento è saltato, i certificati di guarigione tardano ad arrivare”.
“Senza dimenticare – aggiunge il capogruppo Cristian Sergo – i problemi legati al trasporto pubblico. A novembre abbiamo chiesto unaudizione delle aziende di tpl per affrontare le problematiche sulla gestione delle corse dovute alle assenze degli autisti, cui si aggiunge lo sciopero per il mancato rinnovo del contratto e il fatto che nessuno stia controllando le disposizioni di sicurezza sui mezzi. Inoltre, non è stato installato nemmeno un filtro d’aria sui bus nonostante i tre milioni di euro stanziati questa estate”.
“Le mascherine FFp2 non sono arrivate in tutte le scuole del Friuli Venezia Giulia e i dispositivi di ventilazione meccanica sono ancora poco utilizzati, tanto che spesso si ricorre all’aerazione naturale, nonostante le temperature basse. Una situazione che, a nostro avviso – conclude Capozzella -, meriterebbe maggiore attenzione: la volontà di salvaguardare la didattica in presenza, evitando il ricorso alla DAD, non deve rimanere soltanto nelle parole”.