Oltre duecentomila medici oggi, mercoledì 16 dicembre, sono in sciopero in tutta Italia. «Si tratta di una manifestazione di protesta, come hanno dichiarato gli stessi promotori, in difesa del Servizio Sanitario Nazionale e contro i tagli delle prestazioni erogate ai cittadini. D’altronde – sostiene il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai – gli effetti negativi delle scelte fatte negli ultimi anni sia a livello nazionale che a livello regionale sono sotto gli occhi di tutti».
«Prendiamo, per esempio, il caso da noi sollevato riguardante la sicurezza nel reparto di Medicina d’Urgenza dell’ospedale di Cattinara. Davanti a una evidente carenza di personale – racconta Ussai -, l’assessore Telesca aveva promesso la sostituzione di un medico destinato alla pensione, arrivando a dichiarare che, visto che questo dipendente era già assente per terminare le ferie, la sostituzione sarebbe stata addirittura anticipata! Come è andata a finire nel mondo reale? L’unica cosa che è stato aumentato – a parte il numero di infermieri – è il numero dei posti letto, passato da 25 a 32, mentre il reparto continua ad operare con un numero di medici sottodimensionato. Pertanto – spiega il portavoce del M5S – è accresciuta la mole di lavoro dei medici ancora in servizio nel reparto di Medicina d’Urgenza, perché chi è andato in quiescenza o trasferito non è stato sostituito, con le immaginabili conseguenze sul servizio erogato all’utenza».
«Gli esempi di situazioni inaccettabili a Cattinara e all’Ospedale Maggiore di Trieste, così come in altri nosocomi del Friuli Venezia Giulia, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Solo nelle ultime ore – precisa il portavoce del M5S – abbiamo ricevuto altre segnalazioni di questo tipo riguardanti oltre alla Medicina d’Urgenza anche la Seconda Medica e altri reparti del dipartimento di medicina. In tutti questi reparti siamo in presenza di medici che vanno in pensione, si ammalano o sono in maternità e che non vengono sostituiti. E quando arriva qualche rinforzo si tratta sempre di un medico precario a tempo determinato».
«Lo scorso 25 novembre inoltre – spiega Ussai – è diventata attuativa la legge n° 161 del 2014, che all’art 14 ci riallinea alla normativa europea in materia di orari di lavoro e durata dei riposi per i medici e il personale sanitario, rendendo ancora più evidente le carenze di organico dei diversi reparti regionali. In questo modo è difficile coprire i turni del personale ed è praticamente impossibile garantire un minimo di qualità assistenziale ai pazienti. Servono nuovi concorsi perché ormai il rischio sempre più serio – conclude il consigliere pentastellato – è che, a causa di queste condizioni lavorative, ad ammalarsi siano gli stessi medici».