“Un’indagine condotta in 31 paesi dell’UE e ripresa dal dossier n.63/2020 dell’Istituto Superiore di Sanità ci informa che non esiste alcuna evidenza che le strutture scolastiche abbiano svolto un ruolo significativo nella trasmissione del Covid-19”. Lo sottolineano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai e Ilaria Dal Zovo. “Il report conclude che la decisione di mantenere la scuola in presenza dovrebbe basarsi sulla situazione epidemiologica locale, sulla capacità di rilevazione dei casi e risposta da parte delle autorità sanitarie locali, oltre che dalla capacità delle scuole di operare in sicurezza”.
“Poiché le scuole sembrano essere ambienti sicuri, è evidente che la scelta di chiudere certifica il fallimento della politica sanitaria regionale e delle misure preventive adottate finora dal centrodestra: si pensi a titolo di esempio l’insufficienza nell’ampliamento del trasporto pubblico locale – rimarcano gli esponenti M5S -. A confermarlo è il monitoraggio di indicatori come la mortalità e l’occupazione dei posti letto da pazienti Covid-19 in area medica (51%) e terapia intensiva (34%), attualmente tra i più alti in Italia”.
“La Giunta invece ha giustificato la sua ordinanza presentando le statistiche della positività ai tamponi nei ragazzi dai 10 ai 19 anni, positività che nel periodo considerato ha sfiorato il 20% (18,03%). Peccato che questi dati si riferiscono al periodo che va dal 30 novembre al 27 dicembre, quando oramai gli studenti non sedevano da mesi sui banchi di scuola. Evidentemente – commenta Ussai – il luogo del contagio è stato un altro”. “Un’affermazione – aggiunge Dal Zovo – supportata anche dal monitoraggio effettuato nel periodo 31 agosto – 27 dicembre, da cui risulta che i focolai in ambito scolastico rappresentano il 2% di quelli segnalati a livello nazionale, tenendo inoltre conto che se togli ai ragazzi la socialità della scuola, la ricercano al pomeriggio nei parchi o nei centri commerciali”.
“È intollerabile – concludono i consiglieri pentastellati – che si discuta di andare a sciare quando ai ragazzi non è stato ancora concesso di riprendere la scuola in presenza; ed è ancora meno accettabile che si giustifichi una decisione politica attraverso l’utilizzo strumentale delle statistiche sbandierate in conferenza stampa”.