“Come temevamo il fatto che la scorsa settimana si sia giunti a chiudere solo due zone di raccolta e non
altre era dovuto al fatto che in quelle fossero state fatte le analisi. Adesso la situazione assume contorni
ben diversi.” Ha dichiarato il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Cristian Sergo che da tempo
segue con molta attenzione lo stato di salute delle nostre acque.
“Dopo le nostre comunicazioni alla stampa, nelle stesse ore di venerdì 12 ottobre, l’Azienda Sanitaria ha
emesso altre quattro ordinanze per chiudere anche le zone 01, 05, 06 e 07 cioè quella di Porto Buso, quella
denominata Terrazza a mare, la zona Colonia e la Zona Kursal. In via precauzionale anche l'unica zona
risultata indenne dai referti di laboratorio, la 03 Braccetti, è stata chiusa.
“Tutte queste aree sono classificate come ZONA A dalla Regione Friuli Venezia Giulia e quindi tra le migliori
per condizioni ambientali per la raccolta dei molluschi, ma dopo alcune analisi realizzate su iniziativa di
LegaCoop FVG sui cannolicchi della costa si sono riscontrati sforamenti dei limiti di legge previsti per
l’assunzione diretta sia per la presenza di escherichia coli che per la presenza di salmonella, già riscontrata
lo scorso 1 ottobre nelle nostre vongole”.
“Per quanto riguarda l’escherichia Coli la zona maggiormente colpita risulta essere quella di Colonia, con il
doppio delle unità fecali nei bivalvi analizzati, cioè la zona attraversata dallo scarico a mare del depuratore
di Lignano Sabbiadoro.”.
“Da più di un anno il nostro auspicio è che le Autorità competenti affrontino il problema e provvedano a
stabilire che, se non sono i due principali impianti di depurazione della zona, il Tubone della Ziac e
l’impianto di via Lovato di Lignano, a essere la causa di questi sforamenti, allora si individuino i responsabili.
Invece, nonostante le ordinanze siano state emesse da parecchi giorni continua a permanere un
imbarazzante silenzio su quanto in essere. Secondo noi si deve intervenire subito perché a pagarne le
conseguenze sono l’ambiente ma anche gli operatori del settore, che si vedono obbligati dall’azienda
sanitaria a ritirare dal commercio il proprio prodotto o a doverlo portare in depurazione e stabulazione con
un aggravio di costi non indifferente.”
“Attendere che la situazione passi da cautelativa a emergenziale non ha senso, è tempo che il problema
venga risolto definitivamente e si mettano in atto politiche preventive e di controllo affinché questi
sversamenti non ci siano più” – ha concluso il consigliere pentastellato – “Sono anni che si discute poco e
male, vista l’importanza e la vastità del fenomeno. Vogliamo chiarezza e azioni serie prima che alla salute
dei nostri cittadini, bene primario, si sommino altre ricadute ambientali ed economiche.”