SERVIZIO IDRICO: APPROVATO EMENDAMENTO DEL M5S SULL’INALIENABILITA’ DEGLI ACQUEDOTTI

Oggi in Consiglio regionale, durante l’approvazione della legge sul servizio idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, è stato approvato un emendamento del MoVimento 5 Stelle che riafferma il principio dell’inalienabilità degli acquedotti. «Purtroppo si tratta solo di una goccia positiva in un mare di cattive notizie – spiegano i portavoce del Movimento 5 Stelle Bianchi, Dal Zovo, Frattolin, Sergo e Ussai -. La giunta Serracchiani e il Consiglio regionale oggi hanno bocciato persino alcuni principi di sostenibilità nell’uso dell’acqua e nella gestione dei rifiuti che sono ormai dati per assodati in tutto il mondo».
«Abbiamo chiesto – per esempio – che l’uso dell’acqua, nel medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo, debba essere soggetto ad alcune priorità di utilizzo come l’alimentazione, l’igiene umana, l’irrigazione delle colture, l’alimentazione animale, l’utilizzo industriale e la produzione di energia. Una proposta troppo “estrema” bocciata dal Consiglio. Così come è stata bocciata l’ipotesi che, per garantire il quantitativo minimo vitale, l’erogazione giornaliera di acqua non fosse inferiore a 50 litri per persona».
«Stessa ottusità anche in materia di gestione dei rifiuti – spiegano i pentastellati -. Un esempio? Abbiamo proposto che fosse la Regione a promuovere la filiera del riciclo, diretta alla raccolta, trattamento e commercializzazione della frazione secca dei rifiuti solidi urbani nonché di quelle frazioni di rifiuti speciali che hanno un mercato, che possono cioè essere recuperate o reimpiegate in altri processi produttivi. Un cocktail di idee troppo rivoluzionarie per il Friuli Venezia Giulia!».
«Questa legge, invece, sta gettando le basi per consentire ai grandi gestori privati di speculare sull’acqua pubblica anche nella nostra regione. E i cittadini dovranno affrontare bollette sempre più care. Purtroppo, come ha messo in luce “Cittadinanzattiva”, il fenomeno è già in atto; basti pensare che dal 2007 al 2014 a Trieste le tariffe sono aumentate del 68,6%, a Gorizia dell’82,1%, a Udine del 70,5% e a Pordenone addirittura del 110,7%. Qui bisogna ricordare che nel 2015 la spesa media in Italia è stata di 376 euro a persona. Soglia già superata a Trieste dove ogni cittadino ha pagato ben 398 euro. Gorizia (315 euro), Pordenone (276 euro) e Udine (225 euro) sono sotto la media, ma non è difficile ipotizzare che questo scenario sia destinato a peggiorare nei prossimi anni».
«I “freddi” numeri svelano anche le bugie di chi invoca il gestore unico quale “panacea” per evitare dispersioni idriche e sprechi. Peccato che i gestori locali, notoriamente a corto di risorse, dal 2007 al 2014 hanno ridotto in modo drastico la dispersione nella rete idrica. A Gorizia si è passati dal 50% al 37%, a Pordenone dal 13% al 12%, a Udine dal 37% al 10% e a Trieste dal 48% al 45%. Complessivamente la dispersione è stata ridotta dal 37% al 26%. E tutto questo senza fare regali a chi specula su un bene prezioso come l’acqua, un bene naturale ma – concludono i portavoce del M5S – soprattutto un bene che rientra a pieno titolo fra i diritti umani universali da difendere da qualsiasi mercificazione».