La giunta regionale aveva ben 5 anni di tempo per riformare in maniera organica tutto il settore del “sociale”, inteso sia come politiche socio assistenziali che come problemi concreti relativi all’assunzione e formazione degli operatori del settore oberati di lavoro. Argomenti – nonostante le grandi promesse – del tutto trascurati dalla politica tradizionale che, invece, continua a occuparsi del settore a tempo perso e senza interventi strutturali. Forse ciò è un bene dato l’esito fallimentare delle riforme fatte sino a oggi.
Chi governa si ricorda del settore socio assistenziale solo ora con 5 anni di ritardo e in occasione dell’approvazione dell’ultima legge finanziaria di questa legislatura, ridisegnando bacino d’utenza dei servizi sociali dei comuni, funzioni degli uffici e dotazione di assistenti sociali per numero di abitanti, saltando anche in questa occasione il confronto in commissione e soprattutto l’ascolto delle parti sociali interessate.
Ridisegnando in modalità “last minute” l’organizzazione dei servizi sociali e prevedendo per ogni Uti l’emanazione di un regolamento per stabilire le regole di gestione dei servizi e soprattutto per l’accesso dei cittadini, probabilmente finiranno per intasare anche quel poco che funziona ancora di un settore già in grave difficoltà. Ritenevamo che la materia, rimasta ignorata da più di dieci anni, meritasse grande attenzione e importanti interventi da parte della politica regionale. Inoltre attendiamo ancora la promessa legislazione organica in materia di “accessibilità e mobilità delle persone con disabilità”, mentre, come segnalato anche dal garante regionale per le persone a rischio discriminazione, la disciplina regionale in materia risulta ancora sporadica e sparsa in una trentina di normative di settore. Chissà se oltre alla scelta dei candidati, il centrosinistra troverà il tempo di pensare anche a questi problemi dei cittadini.