«Solidarietà al dott. Agostinis. Anche l’Associazione medici dirigenti aveva chiesto di non ridurre le funzioni di laboratorio»

«Da quando esprimere la propria opinione o sollevare potenziali criticità sulla riforma sanitaria è divenuto un atto che deve essere perseguito? Esprimiamo come M5S la nostra solidarietà nei confronti del dott. Paolo Agostinis che ha avuto la sola colpa dinon accettare il pensiero unico proposto da questa maggioranza in tema di Sanità». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, interviene pubblicamente sul caso “Agostinis”.

 

«Non riusciamo a capire come sollecitare il mantenimento di un laboratorio di analisi di base negli ospedali periferici, evidenziando i rischi di una sua eventuale assenza, possa portare a provvedimenti disciplinari, sollecitati addirittura dall’assessore alla salute Telesca che – aggiunge Ussai – arriva al punto di accusare Agostinis di aver allarmato la gente in modo infondato. Ricordiamo all’assessore che già nel settembre 2014 l’Associazione medici dirigenti (Anaao-AssoMed), durante le audizioni sulla riforma sanitaria, aveva evidenziato come negli ospedali di rete “non sembra funzionale né sicuro ridurre le funzioni di laboratorio a un “point of care”, date il ruolo che rivestono anche per l’emergenza/urgenza”».

 

«Se poi andiamo a leggere gli standard organizzativi per l’assistenza ospedaliera varati dalla giunta Serracchiani il 30 dicembre 2014 vediamo – spiega il portavoce M5S – come questo rappresenti un rischio fondato, perché si prevede che le funzioni di “Laboratorio analisi” e “Microbiologia” per il presidio ospedaliero di San Daniele del Friuli e di Tolmezzo debbano essere assicurate (a regime) dal presidio ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Udine, senza prevedere alcuna distinzione per gli esami con caratteristica di urgenze».

 

«È la seconda volta in un solo mese – la prima riguardava un rappresentante dei sindacati dei medici pediatri a Trieste – che un professionista che opera nella Sanità regionale viene accusato di procurato allarme per aver posto un problema reale all’attenzione dell’opinione pubblica – ricorda il consigliere regionale -. In entrambi i casi sia i dirigenti sanitari che la giunta, infatti, hanno dovuto fare retromarcia. Una cosa è sicura – conclude Ussai -: da una maggioranza di centrosinistra e da un partito che si autodefinisce “democratico” ci saremmo aspettati una maggiore tolleranza nei confronti di chi ha ancora il coraggio di manifestare il proprio dissenso».