SOSTEGNO AL REDDITO: BASTA PRENDERE TEMPO SULLA PELLE DEI CITTADINI IN DIFFICOLTÀ

un passo avanti per rendere il sostegno al reddito più equo

Riceviamo quotidianamente segnalazioni di cittadini beneficiari della Misura di inclusione attiva e di sostegno al reddito (Mia) che ormai da mesi non ricevono più nulla, vivendo in una costante situazione di disperazione. Persone che si sentono abbandonate dalle istituzioni e alle quali non vengono date le informazioni corrette su quanto stia avvenendo. Avevamo da poco apprezzato l’intervento del sindaco di Monfalcone Anna Cisint sul “cortocircuito” in cui si trova la misura di sostegno alle famiglie del Friuli Venezia Giulia. Il sindaco aveva individuato esattamente i problemi, dovuti alla scelta della giunta Serracchiani – criticata fortemente dal MoVimento 5 Stelle – di affidare i controlli e l’erogazione degli assegni all’Inps, ma anche alle difficoltà di reperire gli assistenti sociali che solo pochissimi ambiti hanno potuto ottenere. 

Oggi però siamo venuti a conoscenza di una lettera che è stata spedita ai beneficiari della misura che dovrebbero godere del rinnovo previsto per legge. Purtroppo però le informazioni continuano a non corrette e vengono inventate di sana pianta procedure non previste. Il tutto, secondo noi, per celare i reali motivi per cui non si erogano i soldi dovuti ai cittadini. Così, ecco che a Monfalcone spunta il “pre-patto”: un nuovo documento del quale, in due anni dall’approvazione della 15/2015, non avevamo mai né sentito né letto da nessuna parte. Non è previsto, infatti, né dalla legge regionale né dal regolamento attuativo. A nostro avviso si tratta solamente dell’ennesima lungaggine burocratica fatta da chi lamenta eccessivi vincoli e procedure. Una cosa senza senso che condanniamo senza se e senza ma.

La legge è chiara sul punto; per ottenere il rinnovo deve passare almeno un bimestre dall’ultima mensilità corrisposta e non più di sei mesi. Invece, a quanto pare, molti servizi sociali hanno lasciato correre ben oltre i due mesi ma avrebbero dovuto rinnovare la misura alla stesura del patto. Per il M5S è inaccettabile che a un cittadino, dopo sei mesi, si faccia compilare un pre-patto, per poi, successivamente, tornare a stringere il patto di inclusione. C’erano 180 giorni di tempo per farlo e non è stato fatto nulla e stiamo parlando di un rinnovo di interventi già previsti nel precedente patto.

Speriamo che si possa far chiarezza anche su quest’ultima invenzione che, come detto, a noi sembra l’ennesima “genialata” per prendere tempo, mettendo in ulteriore difficoltà chi ha bisogno della Misura di inclusione attiva e di sostegno al reddito anche solo per fare la spesa.

(Segnalazione ricevuta dal MoVimento 5 Stelle di Monfalcone)