La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo giudica deludente la risposta data dall’assessore Sara Vito sul caso A2a. «Il Ministero dell’Ambiente, nella persona del suo massimo dirigente, dott. Mariano Grillo, nella lettera di risposta alla provincia di Gorizia del 7 novembre 2013, oltre ad attestare la completa assenza di analisi dei metalli pesanti nell’Aia rilasciata nel 2009, ricorda esplicitamente che la sede opportuna per nuove valutazioni, oltremodo necessarie, è la conferenza dei servizi, non certo l’assessorato all’Ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia o gli uffici dell’Arpa – spiega Dal Zovo -. Per portare le determinazioni raccolte da Arpa o da altri soggetti terzi che potrebbero intervenire alla conferenza dei servizi, l’unica via è quindi la richiesta di revisione dell’Aia da parte del Comune di Monfalcone o della Regione, come suggerito dal Ministero».
«Questo non significa certo un ritiro dell’autorizzazione all’impianto, ma voler dare inizio alle procedure previste dalle normative italiane ed europee per approfondire e sanare eventuali lacune emerse in una autorizzazione concessa in passato; lacunosità – nel caso di A2a – evidenziata ed attestata anche dal Ministero stesso nella sua comunicazione».
«Riteniamo pertanto – attacca la portavoce M5S – che sia venuto meno il principio di prudenza e di tutela della salute dei cittadini, che sempre dovrebbe contraddistinguere l’operato di un amministrazione, ma anche che, attraverso Arpa e Università di Trieste, si intenda addirittura sostituirsi nelle attività di indagine e di approfondimento all’organo che la legge individua come di riferimento per la concessione/revisione delle autorizzazioni di questo genere di impianti, commettendo a nostro parere una forzatura andando oltre le proprie competenze».
«La giunta regionale deve avere il coraggio e la prontezza di reagire, una volta per tutte, per fare il bene dei cittadini e per tutelare la loro salute. A2a ha dichiarato di fare 1/3 degli utili a Monfalcone ma a quale prezzo? Spero non sia questo il vero motivo che vi spinge a non ascoltare il suggerimento del Ministero – ipotizza Dal Zovo che aggiunge: «Questa è l’ultima occasione per una revisione dell’Aia. Siamo nel 2014, abbiamo l’esempio di Porto Tolle dove il Ministero ha bloccato il progetto di riconversione a carbone, e purtroppo quello di Vado Ligure dove la magistratura è giunta prima della politica e le indagini sono in fase avanzata. Non riusciamo veramente a capire quale sia la posizione della giunta regionale su questa questione. L’esecutivo Serracchiani si dichiara contrario al carbone, eppure – fatto quanto mai sospetto – non coglie un assist come questo del Ministero, tanto più – conclude la portavoce M5S – che la domanda è stata richiesta dalla Provincia di Gorizia e non dai comitati cittadini che da sempre lottano per la chiusura dell’impianto».