“Scoccimarro è ridicolo quando si attribuisce meriti non suoi sulla chiusura della Ferriera: non sono stati certo quattro comunicati di contrarietà allo stabilimento o una letterina inviata ad Arvedi in cui auspicava la chiusura a convincere un imprenditore a rivedere il piano industriale”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.
“Il pavido assessore regionale all’ambiente, peraltro, ha sempre sostenuto falsamente che la Ferriera rispettava tutte le prescrizioni, mentre si continuavano a superare i limiti per il rumore e mancava la copertura dei parchi minerali e fossile – aggiunge il portavoce M5S -. La volontà di riconvertire l’impianto siderurgico, già parzialmente prevista nel piano industriale di Arvedi dal 2014, si è manifestata il 31 gennaio 2019, quando Siderurgica Triestina, all’interno della documentazione per la verifica di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale inoltrata alla Regione, davanti alla prospettiva dover investire oltre 35 milioni di euro per la copertura dei parchi (che avrebbe necessitato di un ulteriore periodo produttivo di circa 20 anni, o di 10 anni raddoppiando la produzione di ghisa) aveva manifestato la disponibilità a discutere un nuovo Accordo di Programma, tenuto conto del possibile scenario industriale futuro”.
“Le motivazioni della chiusura quindi non sono legate al pressing dell’assessore regionale o del sindaco di Trieste, ma alla competitività del prezzo della ghisa e alla sostenibilità degli investimenti su uno stabilimento ottocentesco, in un momento storico in cui (come aveva dimostrato il voto unanime sulla nostra mozione per la chiusura dell’area a caldo) la politica non condivideva più la presenza di un’industria così impattante a pochi metri dalle case – sottolinea Ussai -. Il centrodestra si è limitato a continuare a prendere in giro i cittadini con promesse vane e nessuna azione concreta e incisiva, come nei mandati elettorali precedenti, quando aveva governato a tutti i livelli istituzionali. Inutile ricordare che anche in questi ultimi anni l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) non è stata annullata e nemmeno revocata dalla Regione, come aveva chiesto l’amministrazione comunale di centrodestra alla Giunta Serracchiani e che l’assessore Scoccimarro non si è nemmeno preoccupato affinché siano rivisti i limiti delle polveri dei deposimetri, come previsto dall’AIA per gli anni successivi al 2016”.
“Non basta essere assessore regionale all’ambiente o sindaco per proclamarsi l’artefice della chiude della Ferriera – conclude il consigliere del MoVimento 5 Stelle -. Crediamo che il merito di questo obiettivo raggiunto vada attribuito alle associazioni e ai cittadini che si sono battute per la chiusura, anche e soprattutto al ministro Patuanelli che ha reso possibile un nuovo Accordo di Programma in tempi rapidissimi, prevedendo la tutela dei livelli occupazionali e rilanciando lo sviluppo della piattaforma logistica”.