“Abbiamo chiesto all’aula e alla Giunta un atto di responsabilità da parte di una Regione che si fregia di essere autonoma. Come tutta risposta è stato proposto di chiedere le intenzioni del Governo e si è detto che ce lo chiede l’Europa…”. Per questi motivi il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, ha annunciato il ritiro della mozione sul tema del potenziamento della tratta ferroviaria Venezia – Trieste, che sarebbe stata svuotata nei contenuti dagli emendamenti del centrodestra.
La mozione chiedeva alla Giunta di attivarsi presso RFI per “ realizzare nel più breve tempo possibile il potenziamento tecnologico della tratta”, di “affrontare con tutti i territori coinvolti dalle Varianti che riguardano la tratta Venezia – Trieste Airport percorsi partecipativi affinché siano valutati attentamente costi e benefici delle stesse” e di “prendere posizione in ogni sede contro la realizzazione della Variante Ronchi – Aurisina, già bocciata due volte dalla Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente” che costerebbe un miliardo di euro senza portare alcun beneficio, ma solo danni al nostro territorio.
“Non mi aspettavo un parere unanime del Consiglio, ma non che il centrodestra volesse lavarsene le mani, chiedendo di scaricare la patata bollente sul Governo, con un emendamento proposto dalla Lega sotto dettatura del vicepresidente Riccardi – ha sottolineato Sergo – Anche l’Europa è stata tirata in ballo, dimostrando sempre di più come la specialità di questa Regione si tiri in ballo solo quando comoda. Per evitare di coprire di ridicolo il Consiglio e la Regione, abbiamo deciso di ritirare la mozione”.
“Credevamo fosse di fondamentale importanza che il Consiglio regionale si esprimesse su questa materia, soprattutto in un periodo in cui dobbiamo riprogettare la nostra esistenza evitando gli errori del passato. Purtroppo il centrodestra ha deciso di non prendere posizione – ha aggiunto la capogruppo M5S Ilaria Dal Zovo -. In particolare il Carso è un territorio molto particolare e fragile, e un segnale da parte dell’aula sarebbe stato significativo, al di là dei pareri che arrivano da Roma o da Bruxelles. E non regge la motivazione per cui parliamo di opere che verrebbero realizzate in tempi lunghi: era questo il momento di dire la nostra per evitare ulteriori sprechi di risorse pubbliche e la salvaguardia di un territorio fragile del quale nulla o poco conosciamo. Tutelare il Carso, le sue grotte e le sue bellezze, deve essere il primo motivo di contrarietà a quest’opera ”.