Dopo tre settimane siamo riusciti a ottenere da Palazzo Chigi la delibera del 10 agosto, con cui, stando al comunicato stampa del governo, il premier Renzi avrebbe dato via libera alla realizzazione dell’elettrodotto Udine Ovest – Redipuglia.
Leggendo la delibera abbiamo scoperto che in data 2 agosto 2016 la commissione tecnica Via aveva già espresso il suo parere favorevole alla realizzazione dell’opera e non solo da pochi giorni come si evince dal sito internet della stessa. Per rendersi conto della velocità di questo pronunciamento, bisogna precisare che il parere della Regione è stato protocollato il 29 luglio mentre quello dei comuni, chiamati a inviare le loro osservazioni all’opera, era precedente solo di qualche giorno. Ciò nonostante, e con un fine settimana di mezzo, la Commissione Tecnica è riuscita a esprimersi in un lasso di tempo di poche ore su un caso così complesso.
Sempre dalla delibera spunta un’altra chicca: la novità è che a difendere gli interessi di Terna non è più il Ministero dei Beni Culturali che era stato censurato dal Consiglio di Stato per averlo fatto nella precedente fase autorizzativa, commettendo il contestato “sviamento di potere”. Adesso a prendere le difese della società proponente è addirittura il Ministero dell’Ambiente che ci tiene a sottolineare come la Terna abbia già realizzato l’opera per oltre l’80% e impiegato già notevoli risorse economiche. Purtroppo il ministro non ricorda che molte di queste opere sono state realizzate dalla società a seguito della sentenza dell’aprile 2015, quando in fretta e furia cercò di innalzare quanti più piloni possibili, prima dello stop del luglio scorso, per mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Inutile poi tornare anche sulle polemiche dei lavori “di messa in sicurezza” continuati anche dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato.
Sempre nella delibera il Consiglio dei Ministri si tradisce da solo quando parla di “progetto di completamento della realizzazione dell’opera”, dimenticandosi che la Valutazione di Impatto Ambientale, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, doveva esser fatta “ex novo”. Invece, vengono fatte salve anche le decisioni prese dal precedente decreto di compatibilità, quando pochi paragrafi prima se ne rilevava l’illegittimità del procedimento.
E’ chiaro ormai che le decisioni di Renzi e del ministro dell’Ambiente Galletti siano state dettate dalle forti pressioni politiche esercitate dalla presidente della Regione Serracchiani la quale, una volta eletta, è diventata grande sostenitrice dell’invasione dei piloni di Terna nella nostra pianura, tanto da farsi fotografare con i rendering dei piloni in mano. Le parole che vengono riportate nel testo, infatti, sono le stesse che sentiamo pronunciare dalla presidente dal giorno dopo la sentenza del Consiglio di Stato, quando si permetteva di criticare i giudici, accusati di non essersi resi conto che, a suo dire, l’opera ormai era quasi stata completata.
Rimane la speranza che il premier Renzi abbia deliberato di fare propria la posizione del Ministero dell’Ambiente in merito alla compatibilità ambientale del progetto presentato da Terna a condizione che siano rispettate le prescrizioni espresse dalle amministrazioni favorevoli allo stesso. Tra queste, anche quelle della giunta Regionale che però ne ha prevista una che è già stata bocciata dall’Enac ed è in contrasto anche con lo Stato Maggiore della Difesa. A rigor di logica se i piloni dovranno esser colorati di bianco e rosso, come previsto da questi due enti per la sicurezza “aerea”, l’elettrodotto non potrà essere dichiarato compatibile con l’ambiente.
Forse a quel punto qualcuno dovrà farsene una ragione una volta per tutte. Intanto noi del MoVimento 5 Stelle non molliamo. Non possiamo permettere che questo scempio venga perpetrato nella nostra regione. Per questo non ci gireremo dall’altra parte come chi invece dovrebbe difendere e tutelare il nostro Paesaggio, così come richiesto chiaramente dalla nostra Costituzione.