Lo scorso 19 agosto è scaduto il bando per la mobilità volontaria dedicato agli infermieri con esperienza di centrale operativa, destinato ai futuri operatori della nuova Centrale unica 118 del Friuli Venezia Giulia.
L’adesione al bando è stata scandalosamente bassa: sembra infatti che solamente 7 infermieri su un totale di 99 operatori delle attuali Centrali 118 provinciali, ad oggi attivi in tutta la regione, abbiano fatto domanda di mobilità (fonte Il Messaggero veneto del 22 agosto 2016). Ma questa débâcle non va confusa con un fulmine a ciel sereno poiché quasi un mese fa – quindi ben prima della fatidica scadenza del bando – il MoVimento 5 Stelle aveva presentato un’interrogazione proprio per sollevare questo problema, dopo aver raccolto le perplessità degli infermieri che operano all’interno delle centrali 118. Come segnalato anche dal Nurinsd, il sindacato più rappresentativo di questi professionisti dell’emergenza, questo bando, infatti, non dà certezze per il futuro agli infermieri dell’emergenza territoriale regionale.
Molte sono le domande che sono state poste ma come spesso accade nessuna risposta e chiarimento sono pervenuti dagli assessori della giunta Serracchiani nonostante questi sapessero che le perplessità erano così numerose e così profonde da mettere a rischio molte – anzi moltissime – domande di mobilità di infermieri interessati all’opportunità di far parte di un progetto nuovo come il 118 regionale, presentato più volte all’interno della riforma della Sanità regionale.
Ora bisogna prestare grande attenzione alle responsabilità che qualcuno, con estrema facilità, vorrà accollare ai singoli infermieri, considerati “responsabili” per non aver fatto domanda. La realtà è differente: si tratta di un flop annunciato ed evitabile!
Di chi sono le responsabilità? Cosa si farà per rimediare? Qualcuno in Regione vocifera della possibilità di assumere personale attingendo dalla graduatoria del “concorsone regionale”. Con questa soluzione il ruolo di operatore di centrale 118, però, sarebbe ricoperto da personale privo di esperienza specifica, oppure, nel caso di neolaureati, privo proprio di esperienza lavorativa. Condizioni non ottimali per l’avvio di un nuovo progetto così importante e rivoluzionario per la salute dei cittadini del Friuli Venezia Giulia.
In questo momento, dopo questa débâcle annunciata, vanno tutelati certamente i cittadini, ma anche questi professionisti del settore che non si sono svenduti e non si sono fatti abbindolare da (poche) promesse senza alcuna certezza. Persone serie che hanno deciso di non fare un salto nel vuoto senza paracadute!