«L’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin ha fatto il miracolo. Con la riforma delle Uti è riuscito a scontentare tutti, persino le amministrazioni fedelissime al centrosinistra. I comuni che – ligi al dovere (e al potere) – hanno accolto la riforma senza protestare oggi sono “cornuti e mazziati”. Non sono ancora in grado di sapere ufficialmente a quanto ammonteranno le risorse economiche a bilancio. In questo modo frana rovinosamente uno dei capisaldi dell’Unione territoriale intercomunale: la certezza delle risorse trasferite dalla Regione grazie alle nuove modalità stabilite dalla legge regionale 18 del 2015». Durissimo l’intervento della consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi sull’ennesima incertezza provocata dall’introduzione delle Uti.
«L’assessore Panontin, per difendere pubblicamente la sua assurda riforma degli enti locali, ha utilizzato spesso parole di questo tenore: “Vi assicuro che mai come ora i comuni avranno delle certezze in merito alle risorse trasferite dalla Regione. Mai più bilanci approvati a settembre! Le risorse saranno certe e definite per tre anni”. La realtà purtroppo è un’altra – ribadisce Elena Bianchi -. Sembra addirittura che sia stato attivato, a marzo inoltrato, una specie di “Numero verde” per comunicare con le ragionerie comunali i dati definitivi quando il termine per l’approvazione dei bilanci è tassativamente quello del 31 marzo. Una scadenza – aggiunge la consigliera regionale del M5S – di fatto impossibile da mantenere».
«Attraverso comunicazioni del tutto informali, le amministrazioni stanno cercando di capire a quanto ammontino gli effettivi trasferimenti e le cifre ballano e cambiano ad ogni telefonata – rivela Bianchi -. Siamo di fronte alla “madre di tutte le incertezze” che va ad aggiungersi all’imperscrutabilità delle modalità di calcolo sui riparti ordinari e dei servizi (fintamente) trasferiti alle Uti. Insomma un disastro che ricadrà – come sempre – sui cittadini del Friuli Venezia Giulia che si vedranno privati di risorse fondamentali per colpa della giunta Serracchiani che – conclude la consigliera pentastellata – ha voluto imporre dall’alto una riforma nata male e messa in pratica in modalità “dilettanti allo sbaraglio”».