“La vaccinazione del dottor Amato De Monte con un siero non autorizzato dall’EMA, e quindi non riconosciuto in Italia, non può essere liquidata come una semplice scelta personale senza effetti politici e sul ruolo per il quale il diretto interessato è stato scelto”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle.
“Le motivazioni personali che hanno portato De Monte ad optare per il vaccino cinese è giusto che rimangano private – continuano i portavoce M5S -, ma ci sono altre ripercussioni per le quali i vertici della sanità regionale, dall’assessore Riccardi al direttore di ARCS Tonutti, non possono fare spallucce nascondendosi dietro al paravento della ‘questione non politica’”.
“La parità di trattamento per tutti i cittadini non può essere un principio derogabile, e in questo senso ci preme comprendere se sia stata data dall’amministrazione regionale pari opportunità a tutte le persone che si siano trovate nelle condizioni personali del dottor De Monte di poter scegliere il vaccino ritenuto più adeguato – conclude la nota -. Non basta essere considerati delle ‘risorse’ per il nostro sistema sanitario, avere ricevuto un incarico in barba a un concorso già avviato o potersi avvalere di un ruolo non ‘in prima linea’ per andare oltre le regole. L’esempio che viene dato in piena campagna vaccinale, soprattutto a chi ancora si deve convincere a prendervi parte, rischia di essere devastante”.