“La vicenda della variante di Latisana serva da lezione, a Rete ferroviaria italiana (RFI) e alla politica in generale”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo l’incontro tra gli esponenti della maggioranza di Giunta, Consiglio regionale e Comune di Latisana con i vertici di RFI.
“La speranza, che temiamo mal riposta, è che RFI capisca una volta per tutte che per progetti di questo tipo occorre partire dal basso e adottare la massima trasparenza su dati e obiettivi da raggiungere, senza nascondere nulla – continua Sergo -. Cosa che invece continua a fare, con un’analisi costi-benefici scritta da quasi un anno ma mai resa pubblica, attraverso cui è stata finanziata parte dell’opera, e che ora va riscritta. Infatti, la decisione sbandierata oggi ma che abbiamo reso pubblica 4 mesi fa, è stata presa da RFI la scorsa estate, ben prima che si insediasse la nuova amministrazione comunale e messa nero su bianco negli atti presentati al Ministero in gennaio. Ma se lo dice il M5S è populismo e strumentalizzazione, quando lo affermano Giunta e maggioranza, che non se ne erano accorti, è un grande risultato per il territorio”.
“Quanto successo a Latisana dimostra che un territorio non solo ha il diritto di essere ascoltato, ma ha il dovere di partecipare nelle scelte che lo riguardano da vicino – continua l’esponente pentastellato –. Speriamo quindi che tutto questo serva da lezione anche al centrodestra, dopo avere tacciato altre forze politiche di essere i ‘movimenti del no’, quando puntano a far valere in tutte le sedi questi principi, per poi comportarsi esattamente nello stesso modo, seppure con qualche decina di anni di ritardo”.
“L’unico rammarico rimangono i milioni di euro persi per la progettazione di un’opera che, come spesso accade nella nostra regione, non verrà mai realizzata. Chi paga? Rimane tuttora strano che, nonostante gli inviti e le rassicurazioni sulla sua presenza, ancora non si sia visto il commissario Macello in Friuli Venezia Giulia: pertanto ne chiederemo formale audizione in IV commissione, visto che adesso con l’accantonamento definitivo di una delle varianti principali per la velocizzazione della tratta Venezia – Trieste, che avrebbe fatto guadagnare ben 50 secondi ai nostri treni, va ripensata tutta l’opera, ma soprattutto vanno evitati gli errori commessi in passato. Oggi – conclude Sergo – assistiamo a quello che assisteremo nel goriziano fra pochi mesi con la variante Ronchi – Aurisina, già bocciata due volte e che, non essendo partita dal basso, verrà bocciata per la terza volta”.