“L’hydrogen valley è un importante progetto trasfontaliero che prenderà forma grazie all’accordo siglato dal Fvg con la Slovenia e la Croazia, un importante segno di cooperazione internazionale. Per perseguire la carbon neutrality entro il 2050 sancita dalla Cop 26 tenutasi a Glasgow, Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, bisogna puntare su una transizione energetica seria: in questo assume un ruolo importante la creazione di una filiera dell’idrogeno verde, ovvero produzione, logistica, trasporto e distribuzione dell’idrogeno prodotto da energia rinnovabile”.
Così, in una nota, la consigliera del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, intervenuta durante la seduta della II Commissione dedicata ai progetti europei finanziati dalla Regione per la produzione di idrogeno.
“È un passo necessario per aiutare la transizione energetica e sarà importante per sostenere la creazione di posti di lavoro e professionalità specifiche e il processo di decarbonizzazione, con lo scopo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico” ha spiegato.
“Restano però aperte numerose questioni – ha aggiunto – prima fra tutte come si stia muovendo la Regione per le aree portuali che non hanno sostanzialmente il limite di un mega per la produzione di energia attraverso le comunità energetiche. Va chiarito poi quale sia l’andamento dell’elettrificazione delle banchine portuali, visto che ci sono state le gare a San Giorgio e a Trieste, se siano iniziati i lavori e quando finiranno”. “Sarebbe un’opportunità creare delle comunità energetiche portuali dove produrre l’idrogeno verde, sull’esempio di altre regioni, penso alla Puglia che si sta muovendo in tal senso” ha sottolineato. “Bisogna poi chiedersi come si sosterrà la produzione del l’idrogeno verde. Con il fotovoltaico? Quale? Con campi sterminati a terra? Con quali consumi di acqua – ha proseguito la consigliera -, visto che siamo in emergenza idrica e indicativamente gli studi ci dicono che per produrre un chilogrammo di idrogeno da elettrolisi occorrono circa 9 litri di acqua, quindi per ottenere una tonnellata di idrogeno si devono consumare fino 9.000 litri. Ad un’acciaieria green servirebbero anche centinaia di migliaia di tonnellate di idrogeno”.
“Sarà bene continuare a incentivare le imprese che intendono avvalersi di innovative tecnologie che utilizzano nuove fonti rinnovabili – ha concluso Capozzi – in un momento in cui in tutta Europea c’è una forte spinta verso l’idrogeno e le comunità energetiche”.