“I femminicidi non diminuiscono, nonostante i numerosi interventi negli ultimi anni. Così come i maltrattamenti e molti dei reati spia, senza contare tutto il sommerso che non sfocia in una denuncia. Restiamo pertanto convinti che i programmi di prevenzione ricevano ancora pochi fondi per un loro efficace contrasto alla piaga sociale. Tant’è che anche il servizio previsto dai centri antiviolenza, nella nostra regione, non copre le 24 ore proprio per una carenza di risorse. Per questa ragione e per le perplessità espresse rispetto ai requisiti troppo stringenti che rischiano di escludere possibili beneficiari, ci siamo astenuti nella votazione del regolamento”.
Lo afferma in una nota la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, dopo aver invitato assessori e consiglieri a mantenere alta l’attenzione sulla violenza contro le donne durante i lavori della III Commissione permanente.
“È positivo il fatto che si agisca sull’aumento delle sanzioni; tuttavia, restiamo convinti – aggiunge l’intervento – che bisogna insistere sulla prevenzione, cruciale per scardinare la cultura di una società intrisa di stereotipi e pregiudizi. Servono sì misure cautelari, ma servono soprattutto politiche sociali e programmi per l’empowerment delle donne, aiutandole ad avere un’indipendenza economica”.
“I numeri delle donne uccise sono drammatici, spesso preceduti da lunghi calvari di soprusi e maltrattamenti. Inoltre, non tendono a diminuire, nonostante la tardiva attenzione mediatica di questi anni sul tema che non ha impedito anche i recenti tragici eventi che hanno coinvolto, di nuovo, la nostra regione. In questo contesto – continua Capozzi – importantissimi sono i Centri antiviolenza e le Case rifugio, in aumento rispetto agli anni precedenti, così come i consultori, dei quali ribadisco l’importanza fondamentale anche nel contrasto alla violenza contro le donne”.
“Tuttavia, l’approccio avuto in questi anni punta poco sulla prevenzione. Lo confermano – dettaglia l’esponente pentastellata – anche i numeri del dossier di ActionAid, secondo il quale l’incremento maggiore dei fondi dedicati al contrasto della violenza di genere (67%) si è avuto tra il 2020 e il 2023, impegnando circa 248,8 milioni di euro. Un investimento che, però, non si è tradotto in una riduzione drastica del fenomeno, perché l’81% delle risorse, ovvero circa 201 milioni di euro, è stato utilizzato per finanziare interventi di protezione delle donne, e solo il 12% per azioni di prevenzione”.
“In questa manovra abbiamo presentato all’assessore Riccardi un importante emendamento, perché le ostetriche prestino servizio domiciliare, al fine di offrire un supporto importante alle donne nei primi 40 giorni di vita del proprio bimbo, rilevando eventuali situazioni di disagio legati a violenza domestica. Parte dei casi di violenza emersi – conclude Capozzi – riguardano infatti donne in gravidanza o nel periodo successivo al parto, problema ancora troppo sottovalutato e occultato. L’Organizzazione mondiale della Sanità stima che nel mondo una donna su quattro sia stata vittima di una forma di violenza in gravidanza. Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat evidenzia che circa il 10% delle donne ha subito violenze dal partner anche durante la gravidanza e, per il 70% di queste, l’intensità della violenza è persino aumentata”.