Noi consiglieri regionali M5S abbiamo rinunciato al vitalizio poche settimane dopo l’elezione. È bastata una lettera inviata al presidente Iacop per rifiutare questo medievale privilegio della casta. Non hanno certo atteso l’approvazione di una legge!
È vero, il Consiglio regionale qualche mese più tardi ha abolito i vitalizi per tutti i nuovi eletti mantenendo però questo odioso privilegio per gli ex consiglieri. Già quattro anni fa ne avevamo chiesto la revoca visto che, ogni anno, costa ai cittadini del Friuli Venezia Giulia 9 milioni di euro. Importanti risorse economiche che avevamo chiesto fossero utilizzate per il reddito minimo garantito. All’epoca ci era stato detto che questo non era possibile e che al massimo si poteva chiedere un bonus solidarietà con tagli ridicoli di qualche punto percentuale. Così la casta regionale bocciò la nostra proposta di legge che voleva che i vitalizi per gli ex consiglieri fossero riparametrati in base al sistema contributivo.
Ieri qualcuno si è convinto del contrario. Bene, ne prendiamo atto, ma quanti milioni di euro è costato tutto questo ai cittadini italiani? Ora che la Camera ha approvato la legge sui vitalizi attendiamo il sì del Senato dove scopriremo se le forze politiche stanno continuando a prendere in giro gli italiani o se questa vogliono andare fino in fondo. Siamo certi che il senatore Sonego sarà felicissimo di votare un provvedimento di questo tipo!
Di sicuro fa indignare sentire i parlamentari del Partito democratico parlare di atto di sobrietà. Adesso che vanno in giro a dire che la crisi è finita parlano di sobrietà. Dov’erano negli ultimi dieci anni quando il MoVimento 5 Stelle, a tutti i livelli, chiedeva un atto di giustizia nei confronti delle famiglie italiane che diventavano sempre più povere? È evidente a tutti che la crisi non solo non è finita ma continua a mordere senza pietà soprattutto le persone delle fasce più deboli. Sta finendo invece la legislatura e i politici di professione, nonostante i disastri combinati finora, cercano di rifarsi una verginità nella speranza di farsi rieleggere.